L’aspettativa di vita delle persone con disabilità cognitiva è aumentata in maniera rilevante grazie ai progressi realizzati in campo medico e sociale ma, soprattutto, alla percezione culturale che restituisce a queste persone, anche se non ancora integralmente, possibilità di esser-ci e di rappresentare la propria umanità. Le concezioni e le pratiche inerenti la disabilità, in particolare quella cognitiva, il corso di vita e la percezione di sé, richiamano a nuovi paradigmi interpretativi, quali la teoria della complessità che, oltre a rispondere ai bisogni di piena partecipazione, appartenenza e cittadinanza di ogni persona promuovono un radicale cambiamento culturale e strutturale dei contesti formativi. Nella prospettiva inclusiva le pratiche narrative rappresentano uno strumento efficace di formazione, consapevolezza e promozione dei diritti di libertà, autonomia e scelta a partire dalle agenzie formative primarie, la famiglia e la scuola che già dall’infanzia devono pensare “adulta” la persona disabile.

Disabilità cognitiva verso l’adultità. Pratiche narrative nella prospettiva inclusiva

SALIS, FRANCESCA
2017

Abstract

L’aspettativa di vita delle persone con disabilità cognitiva è aumentata in maniera rilevante grazie ai progressi realizzati in campo medico e sociale ma, soprattutto, alla percezione culturale che restituisce a queste persone, anche se non ancora integralmente, possibilità di esser-ci e di rappresentare la propria umanità. Le concezioni e le pratiche inerenti la disabilità, in particolare quella cognitiva, il corso di vita e la percezione di sé, richiamano a nuovi paradigmi interpretativi, quali la teoria della complessità che, oltre a rispondere ai bisogni di piena partecipazione, appartenenza e cittadinanza di ogni persona promuovono un radicale cambiamento culturale e strutturale dei contesti formativi. Nella prospettiva inclusiva le pratiche narrative rappresentano uno strumento efficace di formazione, consapevolezza e promozione dei diritti di libertà, autonomia e scelta a partire dalle agenzie formative primarie, la famiglia e la scuola che già dall’infanzia devono pensare “adulta” la persona disabile.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2651884
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