La ricerca prende in esame le secolari vicende e i diversi ruoli svolti nel corso del tempo da una piccola fortificazione, denominata “Bastia”, situata presso la foce del Cesano nel tratto costiero settentrionale delle Marche. Eretta intorno alla fine del Trecento dalla famiglia Malatesta di Rimini, alla quale il papa aveva attribuito la signoria di Mondolfo, la strategica postazione era intesa a difendere il territorio soggetto al nucleo castellano; medesime funzioni esercitò quando, con le terre circostanti, divenne proprietà della Commenda di S. Marco dell’Ordine dei Cavalieri di Malta, contribuendo inoltre a fronteggiare le aggressioni ottomane o le incursioni di corsari e pirati provenienti dalle regioni adriatiche orientali. Documenti archivistici, bibliografici e cartografici, uniti ad alcune superstiti testimonianze nell’area dell’antico fortilizio, hanno consentito di ricostruire l’evoluzione della singolare struttura nel quadro di salienti scenari politici, sociali ed economici del passato. Il progressivo abbandono, causato da mutate condizioni storiche, ha condotto alla definitiva scomparsa del baluardo, di cui sopravvivono resti di massicce mura inglobati in un edificio rurale identificato dallo stesso originario toponimo che, fra l’altro, contrassegna tuttora l’adiacente territorio.

La fortezza di Bastia: dalla difesa di proprietà fondiarie alla vigilanza armata della costa nord-marchigiana

BERTINI, MARIA AUGUSTA
2017

Abstract

La ricerca prende in esame le secolari vicende e i diversi ruoli svolti nel corso del tempo da una piccola fortificazione, denominata “Bastia”, situata presso la foce del Cesano nel tratto costiero settentrionale delle Marche. Eretta intorno alla fine del Trecento dalla famiglia Malatesta di Rimini, alla quale il papa aveva attribuito la signoria di Mondolfo, la strategica postazione era intesa a difendere il territorio soggetto al nucleo castellano; medesime funzioni esercitò quando, con le terre circostanti, divenne proprietà della Commenda di S. Marco dell’Ordine dei Cavalieri di Malta, contribuendo inoltre a fronteggiare le aggressioni ottomane o le incursioni di corsari e pirati provenienti dalle regioni adriatiche orientali. Documenti archivistici, bibliografici e cartografici, uniti ad alcune superstiti testimonianze nell’area dell’antico fortilizio, hanno consentito di ricostruire l’evoluzione della singolare struttura nel quadro di salienti scenari politici, sociali ed economici del passato. Il progressivo abbandono, causato da mutate condizioni storiche, ha condotto alla definitiva scomparsa del baluardo, di cui sopravvivono resti di massicce mura inglobati in un edificio rurale identificato dallo stesso originario toponimo che, fra l’altro, contrassegna tuttora l’adiacente territorio.
2017
978-84-16724-75-8
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