Il volume affronta alcune questioni nodali della Pedagogia speciale orientata all’interno della prospettiva inclusiva nello specifico ribadisce bisogno di compiere analisi critica sullo statuto epistemologico della disciplina di fronte ai cambiamenti rapidi e repentini scuola società ove si assiste ad un incessante proliferazione di cambiamenti normativi, culturali, etici e soprattutto emergono nuovi bisogni formativi e nuove emergenze educative. L’attuale Pedagogia speciale non può non trovare adeguate e funzionali soluzioni di fronte agli interrogativi posti dal complesso e pluralistico scenario di differenze e diversità che abitano l’orizzonte scuola ma anche il più vasto contesto sociale. Da tale angolazione prospettica ne deriva il bisogno di rivedere gli itinerari formativi dei professionisti della cura e dell’aiuto e nello specifico del docente di sostegno alla luce dell’approvazione dei recenti decreti attuativi buona scuola e sopratutto rapportato con lo sguardo attento sempre e comunque al riconoscimento, all’inclusione e al pieno diritto di cittadinanza delle persone tutte. E’ necessario, quindi, che l’insegnante specializzato orientato nell’ottica del inclusione affini il suo bagaglio di competenze teorico pratiche all’intento di un nuovo modo di concepire una rinnovata impostazione didattico-curricolare ed istituzionale della scuola stessa. La maggiore attenzione riposta nei confronti di nuove categorie di svantaggio, disagio, “bisogni educativi speciali”, ecc… è certamente un elemento positivo che ha contraddistinto le riflessioni teoriche e le ricerche degli esperti del settore negli ultimi anni pur generando un fenomeno preoccupante quale quello del dilagarsi eccessivo dei linguaggi della medicalizzazione e della psicologizzazione specie se si pensa all’aumento esponenziale delle certificazioni diagnostiche connesse alle situazioni di dsa, “bes”, svantaggi oltre che alle tradizionali categorie di diversità legate alle situazioni di deficit ed handicap. L’attualità e l’originalità del presente lavoro consistono proprio nel volere andare oltre all’ottica del riduzionismo per legittimare il bisogno di adottare e uno sguardo prettamente antropologico sociale ed educativo nella delicata questione del riconoscimento e valorizzazione delle differenze e diversità di tutti e ciascuno.
Per una pedagogia speciale oltre la medicalizzazione
Patrizia Gaspari
2017
Abstract
Il volume affronta alcune questioni nodali della Pedagogia speciale orientata all’interno della prospettiva inclusiva nello specifico ribadisce bisogno di compiere analisi critica sullo statuto epistemologico della disciplina di fronte ai cambiamenti rapidi e repentini scuola società ove si assiste ad un incessante proliferazione di cambiamenti normativi, culturali, etici e soprattutto emergono nuovi bisogni formativi e nuove emergenze educative. L’attuale Pedagogia speciale non può non trovare adeguate e funzionali soluzioni di fronte agli interrogativi posti dal complesso e pluralistico scenario di differenze e diversità che abitano l’orizzonte scuola ma anche il più vasto contesto sociale. Da tale angolazione prospettica ne deriva il bisogno di rivedere gli itinerari formativi dei professionisti della cura e dell’aiuto e nello specifico del docente di sostegno alla luce dell’approvazione dei recenti decreti attuativi buona scuola e sopratutto rapportato con lo sguardo attento sempre e comunque al riconoscimento, all’inclusione e al pieno diritto di cittadinanza delle persone tutte. E’ necessario, quindi, che l’insegnante specializzato orientato nell’ottica del inclusione affini il suo bagaglio di competenze teorico pratiche all’intento di un nuovo modo di concepire una rinnovata impostazione didattico-curricolare ed istituzionale della scuola stessa. La maggiore attenzione riposta nei confronti di nuove categorie di svantaggio, disagio, “bisogni educativi speciali”, ecc… è certamente un elemento positivo che ha contraddistinto le riflessioni teoriche e le ricerche degli esperti del settore negli ultimi anni pur generando un fenomeno preoccupante quale quello del dilagarsi eccessivo dei linguaggi della medicalizzazione e della psicologizzazione specie se si pensa all’aumento esponenziale delle certificazioni diagnostiche connesse alle situazioni di dsa, “bes”, svantaggi oltre che alle tradizionali categorie di diversità legate alle situazioni di deficit ed handicap. L’attualità e l’originalità del presente lavoro consistono proprio nel volere andare oltre all’ottica del riduzionismo per legittimare il bisogno di adottare e uno sguardo prettamente antropologico sociale ed educativo nella delicata questione del riconoscimento e valorizzazione delle differenze e diversità di tutti e ciascuno.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.