L’articolo intende soffermarsi sul noto caso del prestito marittimo concesso a Callimaco, di cui si tratta in un passo dei Digesta di Scevola. Nonostante l’ampia e autorevole letteratura, sono ancora possibili considerazioni sulla vicenda affrontata dal giurista, in specie sulla natura del contratto (o dei contratti) messo a punto per la concessione della pecunia e per la concreta regolamentazione degli interessi delle parti coinvolte nell’affare. Ne derivano interessanti conclusioni anche sotto il profilo dell’autonoma regolamentazione che il diritto romano sembra approntare per il commercio transmarino, certamente ispirata al diritto attico, ma dotata di una sua altrettanto sicura specificità.

Riflessioni su Il valore delle cose

MARINA FRUNZIO
2017

Abstract

L’articolo intende soffermarsi sul noto caso del prestito marittimo concesso a Callimaco, di cui si tratta in un passo dei Digesta di Scevola. Nonostante l’ampia e autorevole letteratura, sono ancora possibili considerazioni sulla vicenda affrontata dal giurista, in specie sulla natura del contratto (o dei contratti) messo a punto per la concessione della pecunia e per la concreta regolamentazione degli interessi delle parti coinvolte nell’affare. Ne derivano interessanti conclusioni anche sotto il profilo dell’autonoma regolamentazione che il diritto romano sembra approntare per il commercio transmarino, certamente ispirata al diritto attico, ma dotata di una sua altrettanto sicura specificità.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2654631
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