Il generale e perdurante scenario di congiuntura economica ha reso quanto più attuale il tema della delocalizzazione delle imprese, quale approccio strategico per la sopravvivenza delle stesse ed il miglioramento della loro performance nei mercati globalizzati; correlativamente si è accresciuta l’importanza delle operazioni di trasferimento transnazionale della sede sociale. Il presente studio – muovendo dall’analisi dei meccanismi di coordinamento dei sistemi giuridici in materia societaria – si pone principalmente lo scopo di verificare se ed in quali limiti le vicende in esame siano connotate dalla continuità giuridica soggettiva oppure dall’estinzione della società trasferitasi all’estero. È stato così analizzato il criterio di collegamento di cui all’art. 25, l. n. 218/1995, evidenziando la limitata ricostruzione operata dalla prima giurisprudenza di merito, per giungere poi all’assunto della unicità soggettiva dell’ente societario coinvolto, confermato anche dalla giurisprudenza sovranazionale della CGCE in punto di libertà di stabilimento. Tale preferibile lettura ermeneutica rende necessario lo studio dei riflessi processuali concernenti la legittimazione sostanziale e processuale in capo alla compagine trasferitasi e la validità di un’eventuale citazione dalla stessa proposta. Ciò anche in confutazione della posizione assunta dalla Corte di Appello di Bologna con sent. n. 308 del 22 marzo 2010, la quale pur asserendo di condividere l’assunto della continuità ne ha disatteso la pratica applicazione. In conclusione, una riflessione empirica circa la complessità del sistema, la sua insuperabilità a livello extraeuropeo, e l’auspicio – nella prospettiva di riforma – di una chiarificazione normativa dei trasferimenti intraeuropei.
Questioni sostanziali e processuali connesse al trasferimento della sede sociale di società di capitali all'estero
Gianpiero Samorì
2017
Abstract
Il generale e perdurante scenario di congiuntura economica ha reso quanto più attuale il tema della delocalizzazione delle imprese, quale approccio strategico per la sopravvivenza delle stesse ed il miglioramento della loro performance nei mercati globalizzati; correlativamente si è accresciuta l’importanza delle operazioni di trasferimento transnazionale della sede sociale. Il presente studio – muovendo dall’analisi dei meccanismi di coordinamento dei sistemi giuridici in materia societaria – si pone principalmente lo scopo di verificare se ed in quali limiti le vicende in esame siano connotate dalla continuità giuridica soggettiva oppure dall’estinzione della società trasferitasi all’estero. È stato così analizzato il criterio di collegamento di cui all’art. 25, l. n. 218/1995, evidenziando la limitata ricostruzione operata dalla prima giurisprudenza di merito, per giungere poi all’assunto della unicità soggettiva dell’ente societario coinvolto, confermato anche dalla giurisprudenza sovranazionale della CGCE in punto di libertà di stabilimento. Tale preferibile lettura ermeneutica rende necessario lo studio dei riflessi processuali concernenti la legittimazione sostanziale e processuale in capo alla compagine trasferitasi e la validità di un’eventuale citazione dalla stessa proposta. Ciò anche in confutazione della posizione assunta dalla Corte di Appello di Bologna con sent. n. 308 del 22 marzo 2010, la quale pur asserendo di condividere l’assunto della continuità ne ha disatteso la pratica applicazione. In conclusione, una riflessione empirica circa la complessità del sistema, la sua insuperabilità a livello extraeuropeo, e l’auspicio – nella prospettiva di riforma – di una chiarificazione normativa dei trasferimenti intraeuropei.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.