L’eccesso di presenza sociale del diritto penale è un dato di comune esperienza. Unitamente alla constatata erosione della sua razionalità sistematica, tale esperienza polarizza un vasto movimento critico. La condivisione dell’obbiettivo non è tuttavia motivo sufficiente per occultare le significative divergenze che, nell’ambito del fronte comune, caratterizzano sia l’identificazione dei rimedi, sia gli auspicati punti di approdo dell’auspicata riforma. In particolare, non può essere taciuta la specificità che, nello spazio europeo, segna la posizione di quanti sono oggi al lavoro per demistificare l’hybris della moderna legislazione penale e, al contempo, per dimostrare l’impraticabilità di soluzioni ispirate ad un ritorno all’ortodossia del classico diritto penale liberale: denunciate come vicolo cieco dal quale, si dice, è possibile uscire solo imboccando con decisione la strada di una più estesa attuazione dei principi della democrazia penale. Un confronto approfondito, e talvolta aspro, le cui scansioni argomentative sono sembrate meritevoli di attenzione nelle pagine che seguono, dove emerge, come necessario presidio contro l’esondazione punitiva del diritto penale di scopo, l’esigenza di irrobustire il livello di integrazione tra discorso penalistico e autonomia sociale.

"Diritto penale moderno" v. "Diritto penale ultra-liberale". Note su immagini francofortesi nella gius-penalistica spagnola

Gabriele Marra
2016

Abstract

L’eccesso di presenza sociale del diritto penale è un dato di comune esperienza. Unitamente alla constatata erosione della sua razionalità sistematica, tale esperienza polarizza un vasto movimento critico. La condivisione dell’obbiettivo non è tuttavia motivo sufficiente per occultare le significative divergenze che, nell’ambito del fronte comune, caratterizzano sia l’identificazione dei rimedi, sia gli auspicati punti di approdo dell’auspicata riforma. In particolare, non può essere taciuta la specificità che, nello spazio europeo, segna la posizione di quanti sono oggi al lavoro per demistificare l’hybris della moderna legislazione penale e, al contempo, per dimostrare l’impraticabilità di soluzioni ispirate ad un ritorno all’ortodossia del classico diritto penale liberale: denunciate come vicolo cieco dal quale, si dice, è possibile uscire solo imboccando con decisione la strada di una più estesa attuazione dei principi della democrazia penale. Un confronto approfondito, e talvolta aspro, le cui scansioni argomentative sono sembrate meritevoli di attenzione nelle pagine che seguono, dove emerge, come necessario presidio contro l’esondazione punitiva del diritto penale di scopo, l’esigenza di irrobustire il livello di integrazione tra discorso penalistico e autonomia sociale.
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