L'articolo analizza criticamente il libro di René Girard su Clausewitz del 2007, "Achever Clausewitz", notando come esso metta in crisi l'impianto teorico complessivo dell'opera girardiana, prospettando nella guerra moderna una violenza irriducibile tendente all'estremo, senza la possibilità di una risoluzione sacrificale o di una definitiva delegittimazione della violenza. La prospettiva apocalittica di Girard, che qui per la prima volta ipotizza il totale fallimento del messaggio cristiano. merita un conronto con la prospettiva di Canetti in "Massa e potere", che pur registrando la crescente distruttività della guerra vede proprio nell'estremo della distruzione un possibile punto di svolta verso la paralisi della violenza e il superamento del nesso tra potere e guerra.
René Girard e l' "estremo" della guerra
Luigi Alfieri
2017
Abstract
L'articolo analizza criticamente il libro di René Girard su Clausewitz del 2007, "Achever Clausewitz", notando come esso metta in crisi l'impianto teorico complessivo dell'opera girardiana, prospettando nella guerra moderna una violenza irriducibile tendente all'estremo, senza la possibilità di una risoluzione sacrificale o di una definitiva delegittimazione della violenza. La prospettiva apocalittica di Girard, che qui per la prima volta ipotizza il totale fallimento del messaggio cristiano. merita un conronto con la prospettiva di Canetti in "Massa e potere", che pur registrando la crescente distruttività della guerra vede proprio nell'estremo della distruzione un possibile punto di svolta verso la paralisi della violenza e il superamento del nesso tra potere e guerra.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
