Il cordaio Funi e corde di diverse lunghezze e consistenze sono sempre state indispensabili al contadino nella pratica dei lavori dei campi. Le confezionava il cordaio, un artigiano che nella stagione estiva lavorava lungo i fossati, accanto alle mura dei paesi, dove c'era lo spazio per poter stendere e tirare le corde. Queste erano poi portate al mercato direttamente dal cordaio che provvedeva al loro smercio. Durante l'inverno invece il cordaio si spostava in campagna, di casa in casa, a pettinare la canapa ed a preparare le funi necessarie alle faccende del podere. Nel corso degli ultimi decenni da un lato la produzione industriale, che ha sostituito la canapa col nylon, e dall'altro il declino del sistema agricolo mezzadrile hanno ristretto inesorabilmente il mercato del cordaio determinando l'inevitabile declino e l'attuale scomparsa di questo mestiere. La fabbricazione della corda cominciava con una prima operazione la filatura della filaccia della canapa, in precedenza pettinata per ottenere il trefolo. La tecnica era la stessa della normale filatura, si tendeva e si torceva la fibra contemporaneamente, ma invece del normale filatoio si usava un girello con pulegge, unito a mezzo di una cinghia ad una grande ruota girata a mano da un ragazzo. Mentre la puleggia ruotando imprimeva una torsione ai filamenti della canapa, il cordaio indietreggiando man mano che il filo si formava assicurava la necessaria tensione. La seconda operazione, la commettitura, portava alla formazione della corda vera e propria. I trefoli, di solito quattro, erano attaccati ad altrettante pulegge del girello, poggiavano sui denti del rastrello per essere sollevati da terra e venivano mantenuti divisi dalle gole della pigna tenuta in mano dal cordaio. Dietro al cordaio un altro ragazzo agganciava la corda in formazione e teneva in tensione i trefoli.Il movimento rotatorio delle pulegge imprimeva la necessaria torsione, contemporaneamente il cordaio facendo scorrere la pigna regolava l'andamento dell'operazione di commettitura. Corde di maggior spessore e resistenza si ottenevano connettendo corde di minor diametro.
Imparare a imparare con l'aiuto dei pari. Il peer tutoring come sfida per la scuola e le altre comunità educanti
Cottini Lucio;
2018
Abstract
Il cordaio Funi e corde di diverse lunghezze e consistenze sono sempre state indispensabili al contadino nella pratica dei lavori dei campi. Le confezionava il cordaio, un artigiano che nella stagione estiva lavorava lungo i fossati, accanto alle mura dei paesi, dove c'era lo spazio per poter stendere e tirare le corde. Queste erano poi portate al mercato direttamente dal cordaio che provvedeva al loro smercio. Durante l'inverno invece il cordaio si spostava in campagna, di casa in casa, a pettinare la canapa ed a preparare le funi necessarie alle faccende del podere. Nel corso degli ultimi decenni da un lato la produzione industriale, che ha sostituito la canapa col nylon, e dall'altro il declino del sistema agricolo mezzadrile hanno ristretto inesorabilmente il mercato del cordaio determinando l'inevitabile declino e l'attuale scomparsa di questo mestiere. La fabbricazione della corda cominciava con una prima operazione la filatura della filaccia della canapa, in precedenza pettinata per ottenere il trefolo. La tecnica era la stessa della normale filatura, si tendeva e si torceva la fibra contemporaneamente, ma invece del normale filatoio si usava un girello con pulegge, unito a mezzo di una cinghia ad una grande ruota girata a mano da un ragazzo. Mentre la puleggia ruotando imprimeva una torsione ai filamenti della canapa, il cordaio indietreggiando man mano che il filo si formava assicurava la necessaria tensione. La seconda operazione, la commettitura, portava alla formazione della corda vera e propria. I trefoli, di solito quattro, erano attaccati ad altrettante pulegge del girello, poggiavano sui denti del rastrello per essere sollevati da terra e venivano mantenuti divisi dalle gole della pigna tenuta in mano dal cordaio. Dietro al cordaio un altro ragazzo agganciava la corda in formazione e teneva in tensione i trefoli.Il movimento rotatorio delle pulegge imprimeva la necessaria torsione, contemporaneamente il cordaio facendo scorrere la pigna regolava l'andamento dell'operazione di commettitura. Corde di maggior spessore e resistenza si ottenevano connettendo corde di minor diametro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.