È noto che la memoria autobiografica ricopra un importante ruolo nella costituzione della rappresentazione del sé e nel mantenimento dell’identità personale, tuttavia ad oggi non si dispone di uno strumento psicometrico in grado di valutarne le diverse componenti in senso retrospettivo e prospettico. Lo sviluppo di un nuovo strumento psicometrico in grado di testare le diverse componenti della memoria autobiografica, potrebbe risultare utile sia per la caratterizzazione neuropsicologica di pazienti con disturbo neurodegenerativo che manifestano un’alterata rappresentazione del sé (Berlingeri, 2015), sia nella psicopatologia. Il contributo presenta una nuova intervista semi-strutturata per la valutazione della memoria autobiografica articolata in tre sezioni (37 item complessivamente) che valutano le diverse componenti di memoria autobiografica facendo riferimento al concetto di Tulving (2000) di Mental Time Travelling. Nello specifico, nella sezione 1) memoria episodica (componente retrospettiva e componente prospettica) si utilizzano parole-stimolo selezionate dal test Memoria Autobiografica (Crovitz-Shiffman, vers. Ghidoni et al., 1995); 2) memoria semantica personale si utilizzano item ispirati all’intervista AMI (Kopelman, Wilson, & Baddeley, 1989), distinguendo tra eventi che appartengono al passato personale e eventi pubblici (Questionario di memoria Retrograda Q60: Di Costa et al., 1989). In uno studio-pilota (Pierucci et al., 2018) lo strumento aveva mostrato una buona validità di costrutto ed altrettanta efficacia sensibilità/capacità discriminativa rispetto all’ età e alla tipologia dei partecipanti. Questo contributo presenta i risultati dello studio normativo sul nuovo strumento che ha coinvolto 350 partecipanti (20-90 anni), distribuiti in modo omogeneo per genere e decade di età e con profilo neuropsicologico nella norma, e i risultati preliminari relativi alla validità discriminante in un campione di 35 pazienti affetti da deterioramento cognitivo.

Un nuovo strumento per l0'assessment della memoria autobiografica

Virginia Pierucci;Manuela Berlingeri;Carmen Belacchi
2019

Abstract

È noto che la memoria autobiografica ricopra un importante ruolo nella costituzione della rappresentazione del sé e nel mantenimento dell’identità personale, tuttavia ad oggi non si dispone di uno strumento psicometrico in grado di valutarne le diverse componenti in senso retrospettivo e prospettico. Lo sviluppo di un nuovo strumento psicometrico in grado di testare le diverse componenti della memoria autobiografica, potrebbe risultare utile sia per la caratterizzazione neuropsicologica di pazienti con disturbo neurodegenerativo che manifestano un’alterata rappresentazione del sé (Berlingeri, 2015), sia nella psicopatologia. Il contributo presenta una nuova intervista semi-strutturata per la valutazione della memoria autobiografica articolata in tre sezioni (37 item complessivamente) che valutano le diverse componenti di memoria autobiografica facendo riferimento al concetto di Tulving (2000) di Mental Time Travelling. Nello specifico, nella sezione 1) memoria episodica (componente retrospettiva e componente prospettica) si utilizzano parole-stimolo selezionate dal test Memoria Autobiografica (Crovitz-Shiffman, vers. Ghidoni et al., 1995); 2) memoria semantica personale si utilizzano item ispirati all’intervista AMI (Kopelman, Wilson, & Baddeley, 1989), distinguendo tra eventi che appartengono al passato personale e eventi pubblici (Questionario di memoria Retrograda Q60: Di Costa et al., 1989). In uno studio-pilota (Pierucci et al., 2018) lo strumento aveva mostrato una buona validità di costrutto ed altrettanta efficacia sensibilità/capacità discriminativa rispetto all’ età e alla tipologia dei partecipanti. Questo contributo presenta i risultati dello studio normativo sul nuovo strumento che ha coinvolto 350 partecipanti (20-90 anni), distribuiti in modo omogeneo per genere e decade di età e con profilo neuropsicologico nella norma, e i risultati preliminari relativi alla validità discriminante in un campione di 35 pazienti affetti da deterioramento cognitivo.
2019
978-88-941741-9-9
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2667830
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