I disturbi specifici di apprendimento (DSA) sono un fenomeno sempre più diffuso nelle agenzie educative (Cornoldi, 2007). Le linee guida per la predisposizione delle attività di individuazione precoce nei casi sospetti di DSA (D.M. 17 APRILE 2013) collocano nella scuola dell’infanzia il momento in cui far partire la rilevazione di tali difficoltà, elencando gli indicatori di rischio. Tale prassi si realizza attraverso una misurazione oggettiva dell’abilità o dei suoi precursori, diretta ad ampi strati della popolazione oggetto dell’indagine, assumendo la forma di uno Screening con caratteristiche di prove semplici, rapide da somministrare, meglio se collettive, poco costose (Terreni et al., 2002; Stella, 2004). L’obiettivo di questo studio è quello di incrementare le conoscenze scientifiche in modo tale da proporre specifici interventi educativi efficaci per poter prevenire tempestivamente i potenziali DSA. Considerando che alla base dei DSA ci sono, oltre a familiarità e disfunzioni neurobiologiche, anche le alterazioni parallele delle funzioni oculari saccadiche e di ‘processamento’ percettivo, lo strumento di rilevazione che verrà proposto di seguito, permette di coinvolgere simultaneamente le stesse funzioni e di stabilirne l’eventuale compromissione risultante dal fallimento alle prove del test in oggetto. Esplicitandosi attraverso un semplice gioco, “PlaYdis” permette una riduzione di tempi e di difficoltà nella raccolta dati e nella loro interpretazione. L’esito della prova è dato dal numero dei tentativi falliti riportati su una scala numerica crescente da 0 a 10. Un numero di 5 o maggiore di 5 tentativi falliti potrebbero suggerire la presenza di potenziali difficoltà legate all’apprendimento. Sono stati oggetto di indagine per il presente studio 76 bambini (40 bambine 36 bambini di età media pari a 5.3 anni; DS=0.4), 3 dei quali, suggeriti come potenziali DSA, hanno confermato la presenza del disturbo all’età di 7 anni. Ciò ha ribadito la necessità di studiare il fenomeno fin dalla scuola dell’infanzia in modo da poterlo prevenire precocemente con idonei interventi educativi.

PlaYdis”: un nuovo strumento per l’individuazione precoce dei disturbi specifici di apprendimento.

Vincenzo Biancalana
;
Alessandra Nart
2018

Abstract

I disturbi specifici di apprendimento (DSA) sono un fenomeno sempre più diffuso nelle agenzie educative (Cornoldi, 2007). Le linee guida per la predisposizione delle attività di individuazione precoce nei casi sospetti di DSA (D.M. 17 APRILE 2013) collocano nella scuola dell’infanzia il momento in cui far partire la rilevazione di tali difficoltà, elencando gli indicatori di rischio. Tale prassi si realizza attraverso una misurazione oggettiva dell’abilità o dei suoi precursori, diretta ad ampi strati della popolazione oggetto dell’indagine, assumendo la forma di uno Screening con caratteristiche di prove semplici, rapide da somministrare, meglio se collettive, poco costose (Terreni et al., 2002; Stella, 2004). L’obiettivo di questo studio è quello di incrementare le conoscenze scientifiche in modo tale da proporre specifici interventi educativi efficaci per poter prevenire tempestivamente i potenziali DSA. Considerando che alla base dei DSA ci sono, oltre a familiarità e disfunzioni neurobiologiche, anche le alterazioni parallele delle funzioni oculari saccadiche e di ‘processamento’ percettivo, lo strumento di rilevazione che verrà proposto di seguito, permette di coinvolgere simultaneamente le stesse funzioni e di stabilirne l’eventuale compromissione risultante dal fallimento alle prove del test in oggetto. Esplicitandosi attraverso un semplice gioco, “PlaYdis” permette una riduzione di tempi e di difficoltà nella raccolta dati e nella loro interpretazione. L’esito della prova è dato dal numero dei tentativi falliti riportati su una scala numerica crescente da 0 a 10. Un numero di 5 o maggiore di 5 tentativi falliti potrebbero suggerire la presenza di potenziali difficoltà legate all’apprendimento. Sono stati oggetto di indagine per il presente studio 76 bambini (40 bambine 36 bambini di età media pari a 5.3 anni; DS=0.4), 3 dei quali, suggeriti come potenziali DSA, hanno confermato la presenza del disturbo all’età di 7 anni. Ciò ha ribadito la necessità di studiare il fenomeno fin dalla scuola dell’infanzia in modo da poterlo prevenire precocemente con idonei interventi educativi.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2668257
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