Nell’intento di contribuire alla riflessione sulla sociologia della critica di Boltanski, l’articolo si concentra su alcuni elementi di difficoltà che vi appaiono non pienamente risolti e su interrogativi che sembrano ancora attendere risposte. Dopo aver ricostruito quale sia il posizionamento reciproco delle due parti che per Boltanski concorrono alla critica (soggetto competente e sociologo critico), sono quindi affrontate due questioni evidentemente connesse: l’individuazione dell’oggetto (cosa si critica?) e le condizioni intese come presupposti (cosa rende possibile la critica?). E da ciò emerge come un pensiero critico che si vuole fondativo e globale, come è quello di Boltanski, fatichi a dar conto di caratteristiche centrali come il genere e l’ascrivibilità di tipo etnico o “razziale”. Successivamente, l’attenzione si sposta sul bilancio tracciato da Boltanski dell’odierna stagione della critica, evidenziando così come vi restino messi solo parzialmente a fuoco aspetti come le condizioni realistiche per un rilancio della critica stessa e la saldatura di questa con esperienze concretamente emergenti. Se è infatti condivisibile l’enfasi boltanskiana sulla non autosufficienza del discorso specialistico per il cambiamento, resta ineludibile la tensione tra una scientificità comunemente intesa come sinonimo di astrazione e la fruibilità che dovrebbe invece accompagnare i soggetti nella mobilitazione e resistenza

Per una critica della sociologia della critica. Riflessioni sul contributo e l’opera di Luc Boltanski

Emanuela Susca
2019

Abstract

Nell’intento di contribuire alla riflessione sulla sociologia della critica di Boltanski, l’articolo si concentra su alcuni elementi di difficoltà che vi appaiono non pienamente risolti e su interrogativi che sembrano ancora attendere risposte. Dopo aver ricostruito quale sia il posizionamento reciproco delle due parti che per Boltanski concorrono alla critica (soggetto competente e sociologo critico), sono quindi affrontate due questioni evidentemente connesse: l’individuazione dell’oggetto (cosa si critica?) e le condizioni intese come presupposti (cosa rende possibile la critica?). E da ciò emerge come un pensiero critico che si vuole fondativo e globale, come è quello di Boltanski, fatichi a dar conto di caratteristiche centrali come il genere e l’ascrivibilità di tipo etnico o “razziale”. Successivamente, l’attenzione si sposta sul bilancio tracciato da Boltanski dell’odierna stagione della critica, evidenziando così come vi restino messi solo parzialmente a fuoco aspetti come le condizioni realistiche per un rilancio della critica stessa e la saldatura di questa con esperienze concretamente emergenti. Se è infatti condivisibile l’enfasi boltanskiana sulla non autosufficienza del discorso specialistico per il cambiamento, resta ineludibile la tensione tra una scientificità comunemente intesa come sinonimo di astrazione e la fruibilità che dovrebbe invece accompagnare i soggetti nella mobilitazione e resistenza
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2672310
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