The attempt to overcome the current representative vision of the opposites, typical of western culture, and the openness to a universality where the strict rational and mercantilistic imperatives could leave space to a new (revolutionary) idea of “humanism” (Ágnes Heller), allow to face some questions about the nature and quality of relationships between people. One can observe, on one side, the effects of the discrepancies between individuals and societies that have an attitude of “love for life” (biophilia) and the ones in which instead seem to dominate principles of “love for death” (necrophilia) (Eric Fromm); on the other side, one can instead observe the teachings of the thousand-year old far-eastern culture, in which conflict and violence appear as the completion of a vision of a wider scope, in which the concepts of harmony and cohesion are the ones that dominate (like in the Taoist vision and in the philosophical one of Aikidō, according to Morihei Ueshiba), feasible in a community of practice that should become ethical. The love for life (Fromm), the goodness present in the basic idea of humanity in societies and the universal humanism with revolutionary potentials (Heller) can constitute the pedagogic principles that are fundamental to activate, in any educational environment, firstly school, significant educational-pedagogic and relational strategies, even in the acceptance of the unavoidable conflicts present in human nature. Il tentativo del superamento della ricorrente visione rappresentativa degli opposti, tipica della cultura occidentale, e l’apertura a un’universalità, in cui gli stretti imperativi razionali e mercantilistici contemporanei potrebbero lasciare spazio a una nuova idea (rivoluzionaria) di “umanesimo” (Ágnes Heller), consentono di affrontare alcuni interrogativi circa la natura e la qualità delle relazioni tra le persone. Si possono osservare, da un lato, gli effetti delle discrepanze tra individui e società che assumono atteggiamenti “di amore per la vita” (biofilia) e quelli in cui sembrano invece dominare princìpi “di amore per la morte” (necrofilia) (Eric Fromm); dall’altro lato, si possono invece osservare gli insegnamenti della millenaria cultura estremo-orientale, in cui il conflitto e la violenza appaiono come il completamento di una visione di più ampio respiro, in cui a dominare sono i concetti di armonia e di unione (come nella visione taoista e in quella filosofica dell’aikidō, secondo Morihei Ueshiba), realizzabili in una comunità di pratica che dovrebbe divenire etica. L’amore per la vita (Fromm), la bontà presente nell’umanesimo di fondo delle società e l’umanesimo universale con potenzialità rivoluzionarie (Heller) possono costituire i princìpi pedagogici fondamentali per attivare, in qualsiasi ambiente educativo, in primis la scuola, significative strategie educativo-pedagogiche e relazionali, pur nell’accettazione dell’ineludibile conflittualità presente nell’umanità.

The Ethical Education for a “Humanist Revolution”: Accepting and Overcoming Conflict

Roberto Travaglini
2019

Abstract

The attempt to overcome the current representative vision of the opposites, typical of western culture, and the openness to a universality where the strict rational and mercantilistic imperatives could leave space to a new (revolutionary) idea of “humanism” (Ágnes Heller), allow to face some questions about the nature and quality of relationships between people. One can observe, on one side, the effects of the discrepancies between individuals and societies that have an attitude of “love for life” (biophilia) and the ones in which instead seem to dominate principles of “love for death” (necrophilia) (Eric Fromm); on the other side, one can instead observe the teachings of the thousand-year old far-eastern culture, in which conflict and violence appear as the completion of a vision of a wider scope, in which the concepts of harmony and cohesion are the ones that dominate (like in the Taoist vision and in the philosophical one of Aikidō, according to Morihei Ueshiba), feasible in a community of practice that should become ethical. The love for life (Fromm), the goodness present in the basic idea of humanity in societies and the universal humanism with revolutionary potentials (Heller) can constitute the pedagogic principles that are fundamental to activate, in any educational environment, firstly school, significant educational-pedagogic and relational strategies, even in the acceptance of the unavoidable conflicts present in human nature. Il tentativo del superamento della ricorrente visione rappresentativa degli opposti, tipica della cultura occidentale, e l’apertura a un’universalità, in cui gli stretti imperativi razionali e mercantilistici contemporanei potrebbero lasciare spazio a una nuova idea (rivoluzionaria) di “umanesimo” (Ágnes Heller), consentono di affrontare alcuni interrogativi circa la natura e la qualità delle relazioni tra le persone. Si possono osservare, da un lato, gli effetti delle discrepanze tra individui e società che assumono atteggiamenti “di amore per la vita” (biofilia) e quelli in cui sembrano invece dominare princìpi “di amore per la morte” (necrofilia) (Eric Fromm); dall’altro lato, si possono invece osservare gli insegnamenti della millenaria cultura estremo-orientale, in cui il conflitto e la violenza appaiono come il completamento di una visione di più ampio respiro, in cui a dominare sono i concetti di armonia e di unione (come nella visione taoista e in quella filosofica dell’aikidō, secondo Morihei Ueshiba), realizzabili in una comunità di pratica che dovrebbe divenire etica. L’amore per la vita (Fromm), la bontà presente nell’umanesimo di fondo delle società e l’umanesimo universale con potenzialità rivoluzionarie (Heller) possono costituire i princìpi pedagogici fondamentali per attivare, in qualsiasi ambiente educativo, in primis la scuola, significative strategie educativo-pedagogiche e relazionali, pur nell’accettazione dell’ineludibile conflittualità presente nell’umanità.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2672831
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