Questo intervento si propone di analizzare le problematiche relative alla riproduzione di oreficerie nelle terracotte architettoniche realizzate a mano in ambito etrusco ed italico, partendo, al momento, dagli esemplari editi. Ad un primo esame generale si può infatti notare un’attenta riproduzione di elaborate oreficerie (corone, diademi, orecchini, collane, bulle, etc.), che arriva addirittura a veri e propri calchi da esemplari reali, in alcuni ambienti, come ad es. quello tiberino (si vedano in particolare i santuari di San Leonardo e Belvedere ad Orvieto, i templi di Celle e dello Scasato a Falerii), e invece riproduzioni più cursorie in altre zone. Il tentativo sarà dunque quello di comprendere le dinamiche legate a scelte di questo tipo in una prospettiva diacronica e diatopica per verificare se esse possano dipendere dai soggetti rappresentati o semplicemente dalle modalità di produzione. Interessante appare ad es. la scelta di monili di puro sapore locale per soggetti strettamente legati alla mitologia greca (come nei templi orvietani). L’obiettivo sarà inoltre quello di verificare se le riproduzioni di monili, correlate alle coeve botteghe orafe, possano in qualche modo contribuire ad un più chiaro inquadramento delle officine di terracotte architettoniche, anche in relazione alla parallela produzione realizzata a stampo e alla coroplastica votiva, dove ugualmente diffusa è un’attenta riproduzione di oreficerie. Una particolare attenzione è stata prestata alle evidenze del tempio di San Leonardo ad Orvieto, grazie al rinvenimento di alcune foto dell’epoca del ritrovamento presso l’Archivio centrale dello Stato di Roma.

Oreficerie sulle decorazioni figurate dei templi

COEN A
2011

Abstract

Questo intervento si propone di analizzare le problematiche relative alla riproduzione di oreficerie nelle terracotte architettoniche realizzate a mano in ambito etrusco ed italico, partendo, al momento, dagli esemplari editi. Ad un primo esame generale si può infatti notare un’attenta riproduzione di elaborate oreficerie (corone, diademi, orecchini, collane, bulle, etc.), che arriva addirittura a veri e propri calchi da esemplari reali, in alcuni ambienti, come ad es. quello tiberino (si vedano in particolare i santuari di San Leonardo e Belvedere ad Orvieto, i templi di Celle e dello Scasato a Falerii), e invece riproduzioni più cursorie in altre zone. Il tentativo sarà dunque quello di comprendere le dinamiche legate a scelte di questo tipo in una prospettiva diacronica e diatopica per verificare se esse possano dipendere dai soggetti rappresentati o semplicemente dalle modalità di produzione. Interessante appare ad es. la scelta di monili di puro sapore locale per soggetti strettamente legati alla mitologia greca (come nei templi orvietani). L’obiettivo sarà inoltre quello di verificare se le riproduzioni di monili, correlate alle coeve botteghe orafe, possano in qualche modo contribuire ad un più chiaro inquadramento delle officine di terracotte architettoniche, anche in relazione alla parallela produzione realizzata a stampo e alla coroplastica votiva, dove ugualmente diffusa è un’attenta riproduzione di oreficerie. Una particolare attenzione è stata prestata alle evidenze del tempio di San Leonardo ad Orvieto, grazie al rinvenimento di alcune foto dell’epoca del ritrovamento presso l’Archivio centrale dello Stato di Roma.
2011
978-1-84217-426-5
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