Lo scopo di questa ricerca sarà quello di focalizzare con maggiore attenzione il significato della presenza di determinati monili aurei nelle tombe picene di età tardo-classica ed ellenistica. Al di là del valore puramente ornamentale di determinate tipologie di oggetti (quali anelli ed orecchini), esistono alcune categorie, quali le corone, che non possono essere considerate frutto di mere scelte decorative, ma, come è già stato dimostrato per altre aree, sono da collegarsi a scelte ideologiche e religiose (in particolare alla diffusione del dionisismo). Si cercherà inoltre di individuare le aree di produzione di questi oggetti, anche per comprendere se la scelta di determinate tipologie possa in qualche modo derimere il problema del valore ideologico, nonché dell’eventuale ethnos dei defunti. In area picena si notano tipi molto diverse di corone: dai ricchissimi esemplari aurei della tomba 8 di Montefortino d’Arcevia (dove va segnalata la singolare presenza multipla), riconducibili all’ambiente greco-settentrionale, a quelli con foglie stilizzate dalle necropoli di Ancona (ad es. dalla t. 8 di Via Amendola), vicini invece alle produzioni tarantine, fino ai più numerosi esemplari con elementi di terracotta rivestita di lamina aurea su supporto bronzeo (Ancona) o aureo (San Filippo d’Osimo), che trovano invece un’ampia diffusione in area mediterranea. Non va inoltre sottovalutata la presenza in alcune tombe celtiche, in particolare quelle della necropoli di Santa Paolina di Filottrano e di San Filippo d’Osimo, di tipologie particolari di collane con pendenti a bulla, che trovano riscontro esclusivamente nel mondo etrusco e sembrano dunque rispondere ad una precisa committenza. Va notata infine una notevole diversità nell’uso di oreficerie nelle tombe celtiche dei Senoni e dei Boi: mentre questi ultimi si orientano quasi esclusivamente verso il mondo etrusco, i Senoni sembrano solo nella prima fase accogliere prodotti orafi etruschi per rivolgersi invece più tardi verso il mondo greco e magno-greco. Ancona, infine, conferma invece, anche con i pochi prodotti orafi, la grande apertura dei suoi contatti commerciali, soprattutto con le zone del Mediterraneo orientale.

Osservazioni su alcune tipologie di ornamenti della sfera muliebre in area picena nei loro legami con altri ambienti culturali

COEN A.
2007

Abstract

Lo scopo di questa ricerca sarà quello di focalizzare con maggiore attenzione il significato della presenza di determinati monili aurei nelle tombe picene di età tardo-classica ed ellenistica. Al di là del valore puramente ornamentale di determinate tipologie di oggetti (quali anelli ed orecchini), esistono alcune categorie, quali le corone, che non possono essere considerate frutto di mere scelte decorative, ma, come è già stato dimostrato per altre aree, sono da collegarsi a scelte ideologiche e religiose (in particolare alla diffusione del dionisismo). Si cercherà inoltre di individuare le aree di produzione di questi oggetti, anche per comprendere se la scelta di determinate tipologie possa in qualche modo derimere il problema del valore ideologico, nonché dell’eventuale ethnos dei defunti. In area picena si notano tipi molto diverse di corone: dai ricchissimi esemplari aurei della tomba 8 di Montefortino d’Arcevia (dove va segnalata la singolare presenza multipla), riconducibili all’ambiente greco-settentrionale, a quelli con foglie stilizzate dalle necropoli di Ancona (ad es. dalla t. 8 di Via Amendola), vicini invece alle produzioni tarantine, fino ai più numerosi esemplari con elementi di terracotta rivestita di lamina aurea su supporto bronzeo (Ancona) o aureo (San Filippo d’Osimo), che trovano invece un’ampia diffusione in area mediterranea. Non va inoltre sottovalutata la presenza in alcune tombe celtiche, in particolare quelle della necropoli di Santa Paolina di Filottrano e di San Filippo d’Osimo, di tipologie particolari di collane con pendenti a bulla, che trovano riscontro esclusivamente nel mondo etrusco e sembrano dunque rispondere ad una precisa committenza. Va notata infine una notevole diversità nell’uso di oreficerie nelle tombe celtiche dei Senoni e dei Boi: mentre questi ultimi si orientano quasi esclusivamente verso il mondo etrusco, i Senoni sembrano solo nella prima fase accogliere prodotti orafi etruschi per rivolgersi invece più tardi verso il mondo greco e magno-greco. Ancona, infine, conferma invece, anche con i pochi prodotti orafi, la grande apertura dei suoi contatti commerciali, soprattutto con le zone del Mediterraneo orientale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2673544
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