Il lavoro monografico, che nasce da una tesi di specializzazione in Archeologia presso l’Università Federico II di Napoli discussa nel lontano 1995 con il prof. Mauro Cristofani, è dedicato ad una particolare categoria di oreficerie, le bulle auree etrusche di età classica ed ellenistica, che, malgrado i numerosi accenni in varie opere scientifiche, non era stata ancora oggetto di uno studio specifico. Dopo tanti anni la situazione non è molto mutata, per cui, l’autrice ha ripreso, aggiornato e completato il lavoro, che, nello specifico, riguarda esclusivamente la produzione aurea di bulle, non solo in quanto la più consistente numericamente, ma anche perché essa costituisce una classe omogenea, circoscritta cronologicamente. In un primo capitolo vengono analizzati l’uso e il significato simbolico della bulla in base alle fonti storiche e letterarie antiche e alle interpretazioni degli studiosi moderni, riservando poi ad una appendice la citazione puntuale dei passi citati. In un secondo capitolo si delinea una tipologia del monile in base a caratteristiche tecniche, morfologiche e decorative, mentre nel terzo capitolo vengono analizzati i contesti di rinvenimento, che riguardano non solo il territorio etrusco e laziale, ma anche l’Umbria, l’area medio-adriatica, la Campania e addirittura la Corsica. Da quest’ultima disamina se ne ricava un quadro di distribuzione tipografica collegato ad una tabella diacronica, che permette di avviare una serie di riflessioni relative anche ai centri di produzione e alle dinamiche commerciali che coinvolgono non solo le bulle ma l’oreficerie etrusca in genere. Un ultimo capitolo affronta invece il tema della riproduzione del monile nelle varie produzioni artistiche, dalla coroplastica, che offre indubbiamente i dati più interessanti, alla ceramografia, alla megalografia e alle arti minori (gli specchi, ad es.). In base ai dati offerti da queste importanti attestazioni, messi in parallelo con le testimonianze storiche e letterarie e con le tematiche decorative riprodotte sulle stesse bulle, è stato possibile nelle conclusioni tentare un quadro interpretativo sull’uso di questo monile nelle varie aree, anche in senso diacronico, soprattutto per risolvere la vexata quaestio se la bulla abbia assunto in Etruria lo stesso significato simbolico che rivestiva nel mondo romano. L’ultima parte del volume è dedicata invece al catalogo descrittivo dei pezzi raccolti, ordinati secondo la tipologia individuata.

Etruscum aurum. Le bulle auree in Etruria tra età tardo classica ed ellenistica

Alessandra Coen
2021

Abstract

Il lavoro monografico, che nasce da una tesi di specializzazione in Archeologia presso l’Università Federico II di Napoli discussa nel lontano 1995 con il prof. Mauro Cristofani, è dedicato ad una particolare categoria di oreficerie, le bulle auree etrusche di età classica ed ellenistica, che, malgrado i numerosi accenni in varie opere scientifiche, non era stata ancora oggetto di uno studio specifico. Dopo tanti anni la situazione non è molto mutata, per cui, l’autrice ha ripreso, aggiornato e completato il lavoro, che, nello specifico, riguarda esclusivamente la produzione aurea di bulle, non solo in quanto la più consistente numericamente, ma anche perché essa costituisce una classe omogenea, circoscritta cronologicamente. In un primo capitolo vengono analizzati l’uso e il significato simbolico della bulla in base alle fonti storiche e letterarie antiche e alle interpretazioni degli studiosi moderni, riservando poi ad una appendice la citazione puntuale dei passi citati. In un secondo capitolo si delinea una tipologia del monile in base a caratteristiche tecniche, morfologiche e decorative, mentre nel terzo capitolo vengono analizzati i contesti di rinvenimento, che riguardano non solo il territorio etrusco e laziale, ma anche l’Umbria, l’area medio-adriatica, la Campania e addirittura la Corsica. Da quest’ultima disamina se ne ricava un quadro di distribuzione tipografica collegato ad una tabella diacronica, che permette di avviare una serie di riflessioni relative anche ai centri di produzione e alle dinamiche commerciali che coinvolgono non solo le bulle ma l’oreficerie etrusca in genere. Un ultimo capitolo affronta invece il tema della riproduzione del monile nelle varie produzioni artistiche, dalla coroplastica, che offre indubbiamente i dati più interessanti, alla ceramografia, alla megalografia e alle arti minori (gli specchi, ad es.). In base ai dati offerti da queste importanti attestazioni, messi in parallelo con le testimonianze storiche e letterarie e con le tematiche decorative riprodotte sulle stesse bulle, è stato possibile nelle conclusioni tentare un quadro interpretativo sull’uso di questo monile nelle varie aree, anche in senso diacronico, soprattutto per risolvere la vexata quaestio se la bulla abbia assunto in Etruria lo stesso significato simbolico che rivestiva nel mondo romano. L’ultima parte del volume è dedicata invece al catalogo descrittivo dei pezzi raccolti, ordinati secondo la tipologia individuata.
2021
978-88-7689-334-6
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2674457
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