Tra gli ultimi anni del 19° secolo e i primissimi anni del secolo seguente l’area centrale del Foro Romano fu interessata da una serie imponente di indagini archeologiche, i cui risultati incisero profondamente sul quadro delle conoscenze circa la topografia e la storia di questa parte nevralgica della città, anche per quanto riguarda l’età tardoantica e altomedievale. Protagonista di queste ricerche fu Giacomo Boni, cui si deve tra l’altro la esatta localizzazione e la scoperta archeologica della chiesa di S. Maria Antiqua, con la sua ricca e stratificata decorazione pittorica. In quegli stessi anni si affacciava alla ribalta degli studi topografici, archeologici e artistici di Roma e dell’Italia una nuova scuola, quella britannica, che andava ad affiancarsi a quelle tedesca e francese, già da tempo presenti e operanti nel paese. Il suo primo direttore, Gordon McNeil Rushforth, riuscì a stabilire dei rapporti amichevoli con Boni e ottenne il permesso di pubblicare, già nel 1902, il primo studio organico sulle pitture di S. Maria Antiqua. L’articolo, basandosi sulla documentazione archivistica e bibliografica disponibile, cerca di mettere in luce i motivi per cui Boni accordò a Rushforth questa sorta di corsia preferenziale per lo studio della chiesa e anche di indicare in che misura furono diffuse e condivise con la comunità scientifica le informazioni sui risultati dello scavo.
Con Boni nel Foro? Gordon McNeil Rushforth, Giacomo Boni e la scoperta di S. Maria Antiqua
Andrea Paribeni
2019
Abstract
Tra gli ultimi anni del 19° secolo e i primissimi anni del secolo seguente l’area centrale del Foro Romano fu interessata da una serie imponente di indagini archeologiche, i cui risultati incisero profondamente sul quadro delle conoscenze circa la topografia e la storia di questa parte nevralgica della città, anche per quanto riguarda l’età tardoantica e altomedievale. Protagonista di queste ricerche fu Giacomo Boni, cui si deve tra l’altro la esatta localizzazione e la scoperta archeologica della chiesa di S. Maria Antiqua, con la sua ricca e stratificata decorazione pittorica. In quegli stessi anni si affacciava alla ribalta degli studi topografici, archeologici e artistici di Roma e dell’Italia una nuova scuola, quella britannica, che andava ad affiancarsi a quelle tedesca e francese, già da tempo presenti e operanti nel paese. Il suo primo direttore, Gordon McNeil Rushforth, riuscì a stabilire dei rapporti amichevoli con Boni e ottenne il permesso di pubblicare, già nel 1902, il primo studio organico sulle pitture di S. Maria Antiqua. L’articolo, basandosi sulla documentazione archivistica e bibliografica disponibile, cerca di mettere in luce i motivi per cui Boni accordò a Rushforth questa sorta di corsia preferenziale per lo studio della chiesa e anche di indicare in che misura furono diffuse e condivise con la comunità scientifica le informazioni sui risultati dello scavo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.