Il saggio ricostruisce la gestione delle politiche pubbliche di aiuto internazionale da parte di Mosca, dalla fine dell’URSS fino ad oggi ed in particolare lo status di re-emerging Donor ripreso dalla Russia dopo essersi lasciata alle spalle l’esperienza dello Stato solo-beneficiario ricoperto nel tormentato primo decennio post-sovietico. Vengono trattate tre questioni. La prima è il progressivo spostarsi del Cremlino da interventi nel multilaterale a investimenti nel bilaterale; aumentati dopo la crisi in Ucraina e l’isolamento cui è stata sottoposta la diplomazia russa. La seconda questione riguarda gli attori degli aiuti e l'assenza di un centro unico nazionale di coordinamento e programmazione degli interventi, che restano prerogativa di ciascun Ministero per quota di competenza. La questione finale riguarda come gli aiuti vengono implementati. La Russia preferisce distribuirli direttamente senza ricorrere a sistemi di appalto esterno e in regime di valorizzazione diretta di beni e materie prime. Il che rende il sistema russo meno sofisticato e legato alla programmazione rispetto a quelli Occidentali; ma proprio per questo più sensibile a seguire efficacemente l’orientamento della politica estera del Donatore, senza mediatori esterni.

"Aiuti come armi. La Russia alla ricerca del soft power"

Igor PELLICCIARI
2015

Abstract

Il saggio ricostruisce la gestione delle politiche pubbliche di aiuto internazionale da parte di Mosca, dalla fine dell’URSS fino ad oggi ed in particolare lo status di re-emerging Donor ripreso dalla Russia dopo essersi lasciata alle spalle l’esperienza dello Stato solo-beneficiario ricoperto nel tormentato primo decennio post-sovietico. Vengono trattate tre questioni. La prima è il progressivo spostarsi del Cremlino da interventi nel multilaterale a investimenti nel bilaterale; aumentati dopo la crisi in Ucraina e l’isolamento cui è stata sottoposta la diplomazia russa. La seconda questione riguarda gli attori degli aiuti e l'assenza di un centro unico nazionale di coordinamento e programmazione degli interventi, che restano prerogativa di ciascun Ministero per quota di competenza. La questione finale riguarda come gli aiuti vengono implementati. La Russia preferisce distribuirli direttamente senza ricorrere a sistemi di appalto esterno e in regime di valorizzazione diretta di beni e materie prime. Il che rende il sistema russo meno sofisticato e legato alla programmazione rispetto a quelli Occidentali; ma proprio per questo più sensibile a seguire efficacemente l’orientamento della politica estera del Donatore, senza mediatori esterni.
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