Il volume s’inserisce nel panorama degli studi dedicati al sistema CEDU. È frutto di unʼoriginale ricerca sistematica condotta sulla giurisprudenza della Corte di Strasburgo relativa a svariate situazioni soggettive degli enti collettivi, ricompresi dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo nella categoria di «organizzazioni non governative» e «gruppi di privati», legittimati ad adire la Corte in forza dell'art. 34 della stessa. La ricerca disvela una realtà complessa, sistematizzata organicamente secondo uno schema funzionalistico a seconda della finalità prevalente della tutela accordata dalla Convenzione, facendo così emergere un’ampia serie di “diritti metaindividuali” riconosciuti alle collettività organizzate a tutela di interessi sia propri sia dei singoli membri. Dall’ampia analisi della giurisprudenza di Strasburgo si delinea, quale maggior portato, un disegno volto ad affermare la centralità del ruolo che gli enti intermedi svolgono – come luoghi di sintesi delle diverse concezioni della vita sociale – nella difesa e nella promozione del pluralismo quale canone di valutazione della natura democratica dello Stato. Lo studio affronta altresì il tema della traduzione nel diritto interno degli obblighi legati alla tutela degli enti collettivi, evidenziandone anche le conseguenze sul piano civilistico.

Corpi intermedi e diritti «metaindividuali» nel sistema CEDU. Per una garanzia internazionale del pluralismo come cardine del sistema democratico

Edoardo Alberto Rossi
2020

Abstract

Il volume s’inserisce nel panorama degli studi dedicati al sistema CEDU. È frutto di unʼoriginale ricerca sistematica condotta sulla giurisprudenza della Corte di Strasburgo relativa a svariate situazioni soggettive degli enti collettivi, ricompresi dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo nella categoria di «organizzazioni non governative» e «gruppi di privati», legittimati ad adire la Corte in forza dell'art. 34 della stessa. La ricerca disvela una realtà complessa, sistematizzata organicamente secondo uno schema funzionalistico a seconda della finalità prevalente della tutela accordata dalla Convenzione, facendo così emergere un’ampia serie di “diritti metaindividuali” riconosciuti alle collettività organizzate a tutela di interessi sia propri sia dei singoli membri. Dall’ampia analisi della giurisprudenza di Strasburgo si delinea, quale maggior portato, un disegno volto ad affermare la centralità del ruolo che gli enti intermedi svolgono – come luoghi di sintesi delle diverse concezioni della vita sociale – nella difesa e nella promozione del pluralismo quale canone di valutazione della natura democratica dello Stato. Lo studio affronta altresì il tema della traduzione nel diritto interno degli obblighi legati alla tutela degli enti collettivi, evidenziandone anche le conseguenze sul piano civilistico.
2020
978-88-9391-734-6
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2674619
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