Nella disciplina italiana sull’acquisto della cittadinanza prevale un criterio di attribuzione iure sanguinis efficace all’infinito. Vengono invece sottovalutati i criteri di partecipazione effettiva alla comunità nazionale, come la frequenza nelle scuole italiane, la residenza sul territorio, l’inserimento sociale e culturale, nonché il mantenimento della lingua e di relazioni culturali da parte dei discendenti di espatriati. Per questo occorrerebbe una seria riforma sia al fine di ripensare i criteri di attribuzione della cittadinanza, sia per ridare dignità ai procedimenti amministrativi, la cui lentezza e arbitrarietà costituiscono motivo di vergogna e di umiliazione del buon nome dell’Italia.

Il perimetro della cittadinanza tra eccessi dello “ius sanguinis” e sottovalutazione dello “ius culturae”

Paolo Morozzo della Rocca
2018

Abstract

Nella disciplina italiana sull’acquisto della cittadinanza prevale un criterio di attribuzione iure sanguinis efficace all’infinito. Vengono invece sottovalutati i criteri di partecipazione effettiva alla comunità nazionale, come la frequenza nelle scuole italiane, la residenza sul territorio, l’inserimento sociale e culturale, nonché il mantenimento della lingua e di relazioni culturali da parte dei discendenti di espatriati. Per questo occorrerebbe una seria riforma sia al fine di ripensare i criteri di attribuzione della cittadinanza, sia per ridare dignità ai procedimenti amministrativi, la cui lentezza e arbitrarietà costituiscono motivo di vergogna e di umiliazione del buon nome dell’Italia.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2675096
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