Obiettivo: l’obiettivo di questa indagine è stato quello di rilevare le attitudini verso l’obesità e il sovrappeso in un campione di studenti universitari iscritti a differenti corsi di laurea. Si sono volute inoltre identificare quali variabili (intese come caratteristiche personali) siano eventualmente associate alla presenza di pregiudizio implicito ed esplicito. Materiali e Metodo: un gruppo di studenti del corso di laurea triennale di Scienze Motorie, gli iscritti al corso di Laurea Magistrale in Scienza e Tecniche dell’Attività Motoria Preventiva e Adattata, un gruppo di studenti iscritti a Medicina e Chirurgia e un gruppo di studenti di Scienze della Formazione Primaria dell’università di Padova hanno compilato una batteria di questionari. Gli strumenti includevano: l’Implicit Association Test (IAT), un test che, attraverso compiti di categorizzazione a tempo, misura gli stereotipi e le associazioni cognitive spontanee (le categorie scelte sono state motivato/pigro e sveglio/stupido in associazione a “persona grassa” e “persona magra”); il questionario di Crandall per la valutazione del pregiudizio esplicito verso l’obesità; la Scala sull’Orientamento alla Dominanza Sociale (SDO); e il Physical Self Description Questionnaire, nella versione short (PSDQ-s). I partecipanti hanno inoltre compilato una serie di domande su caratteristiche demografiche personali. Risultati: Gli studenti del corso di laurea triennale in Scienze Motorie e del corso di laurea magistrale in Scienze e Tecniche dell’Attività Motoria Preventiva e Adattata hanno dimostrato un pregiudizio implicito (p < .05) ed esplicito (p < .05) verso l’obesità significativamente più alto rispetto a quanto riportato dagli studenti del corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria. Emerge inoltre come gli studenti di Scienze Motorie e della magistrale APA abbiano riportato punteggi significativamente più elevati (p < .01) rispetto agli altri gruppi di studenti nella Scala sull’Orientamento alla Dominanza Sociale. Si sono infine registrate alcune interessanti relazioni (p < .05) tra il pregiudizio implicito ed esplicito e alcune sottoscale del PSDQ (salute, resistenza e forza). Discussione: Visto l’importante ruolo che i professionisti delle attività motorie svolgono nella prevenzione e nel trattamento dell’obesità e date le numerose ricerche che suggeriscono come le conseguenze negative per la salute associate all’obesità possano essere contenute dalla pratica regolare dell’esercizio, anche in assenza di una riduzione del grasso adiposo, appare chiaro come una riduzione del pregiudizio tra queste figure si riveli necessaria e non più procrastinabile. Se resi consapevoli dell’esistenza di attitudini implicite e di resistenze personali, gli studenti di Scienze Motorie potrebbero affrontare il problema con minori stereotipi, alla luce di una diversa prospettiva inclusiva e con mutate strategie operative e relazionali. I programmi preposti dalle istituzioni per la formazione degli specialisti dell’esercizio dovrebbero quindi porre attenzione anche a fattori di tipo psicosociale che sottostanno al pregiudizio (implicito ed esplicito), in modo da garantire che questo non si trasformi in una discriminazione deliberata verso il sovrappeso e l’obesità. Un approccio formativo di questo tipo potrebbe favorire l’affermarsi di professionisti privi di bias e con un ruolo centrale nella promozione del benessere e delle “lifelong attitudes” verso l’attività fisica.
Attitudini implicite ed esplicite verso l'obesità in un gruppo di studenti universitari
Erica Gobbi;
2010
Abstract
Obiettivo: l’obiettivo di questa indagine è stato quello di rilevare le attitudini verso l’obesità e il sovrappeso in un campione di studenti universitari iscritti a differenti corsi di laurea. Si sono volute inoltre identificare quali variabili (intese come caratteristiche personali) siano eventualmente associate alla presenza di pregiudizio implicito ed esplicito. Materiali e Metodo: un gruppo di studenti del corso di laurea triennale di Scienze Motorie, gli iscritti al corso di Laurea Magistrale in Scienza e Tecniche dell’Attività Motoria Preventiva e Adattata, un gruppo di studenti iscritti a Medicina e Chirurgia e un gruppo di studenti di Scienze della Formazione Primaria dell’università di Padova hanno compilato una batteria di questionari. Gli strumenti includevano: l’Implicit Association Test (IAT), un test che, attraverso compiti di categorizzazione a tempo, misura gli stereotipi e le associazioni cognitive spontanee (le categorie scelte sono state motivato/pigro e sveglio/stupido in associazione a “persona grassa” e “persona magra”); il questionario di Crandall per la valutazione del pregiudizio esplicito verso l’obesità; la Scala sull’Orientamento alla Dominanza Sociale (SDO); e il Physical Self Description Questionnaire, nella versione short (PSDQ-s). I partecipanti hanno inoltre compilato una serie di domande su caratteristiche demografiche personali. Risultati: Gli studenti del corso di laurea triennale in Scienze Motorie e del corso di laurea magistrale in Scienze e Tecniche dell’Attività Motoria Preventiva e Adattata hanno dimostrato un pregiudizio implicito (p < .05) ed esplicito (p < .05) verso l’obesità significativamente più alto rispetto a quanto riportato dagli studenti del corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria. Emerge inoltre come gli studenti di Scienze Motorie e della magistrale APA abbiano riportato punteggi significativamente più elevati (p < .01) rispetto agli altri gruppi di studenti nella Scala sull’Orientamento alla Dominanza Sociale. Si sono infine registrate alcune interessanti relazioni (p < .05) tra il pregiudizio implicito ed esplicito e alcune sottoscale del PSDQ (salute, resistenza e forza). Discussione: Visto l’importante ruolo che i professionisti delle attività motorie svolgono nella prevenzione e nel trattamento dell’obesità e date le numerose ricerche che suggeriscono come le conseguenze negative per la salute associate all’obesità possano essere contenute dalla pratica regolare dell’esercizio, anche in assenza di una riduzione del grasso adiposo, appare chiaro come una riduzione del pregiudizio tra queste figure si riveli necessaria e non più procrastinabile. Se resi consapevoli dell’esistenza di attitudini implicite e di resistenze personali, gli studenti di Scienze Motorie potrebbero affrontare il problema con minori stereotipi, alla luce di una diversa prospettiva inclusiva e con mutate strategie operative e relazionali. I programmi preposti dalle istituzioni per la formazione degli specialisti dell’esercizio dovrebbero quindi porre attenzione anche a fattori di tipo psicosociale che sottostanno al pregiudizio (implicito ed esplicito), in modo da garantire che questo non si trasformi in una discriminazione deliberata verso il sovrappeso e l’obesità. Un approccio formativo di questo tipo potrebbe favorire l’affermarsi di professionisti privi di bias e con un ruolo centrale nella promozione del benessere e delle “lifelong attitudes” verso l’attività fisica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.