Storicamente il rapporto dialettico esistente tra Medicina e Pedagogia speciale risulta cruciale e paradigmatico nel costante dibattito critico e nell’imprescindibile rivisitazione epistemologica della scienza dell’inclusione delle diversità. Tra cura educativa, declinata come intenzionale atto formativo e globale presa in carico di ogni persona, e cura medico-sanitaria, nell’accezione terapeutico-riabilitativa, è necessario promuovere un democratico confronto alla pari, di reciprocità interdisciplinare, evitando di cadere nel rischio della subordinazione deterministico-riduzionistica, tipica delle «arroganti», iperspecialistiche ed egemoni logiche della medicalizzazione. Si tratta di approcci disciplinari che, nelle loro necessarie contaminazioni e produttive sinergie, intendono far perseguire al soggetto con disabilità ottimali livelli di ben-essere esistenziale, soprattutto, nelle condizioni di fragilità-vulnerabilità caratterizzanti la complessità dell’umana esistenza, ancor più marcate dalla drammatica, emarginante, aggressiva sfida lanciata dall’inattesa pandemia del Covid-19. Diviene di fondamentale importanza riattivare un produttivo dialogo tra Medicina e Pedagogia speciale capace di rompere l’isolamento di una solitudine forzata dei più deboli, per ricostruire nuovi territori e sentieri di prossimità, progettando itinerari e gesti di cura rigenerativi di un nuovo umanesimo connotato da autentiche e significative relazioni socio-culturali nei principali contesti di vita.
Medicina e Pedagogia speciale La ricerca di un dialogo paritario
PATRIZIA GASPARI
2020
Abstract
Storicamente il rapporto dialettico esistente tra Medicina e Pedagogia speciale risulta cruciale e paradigmatico nel costante dibattito critico e nell’imprescindibile rivisitazione epistemologica della scienza dell’inclusione delle diversità. Tra cura educativa, declinata come intenzionale atto formativo e globale presa in carico di ogni persona, e cura medico-sanitaria, nell’accezione terapeutico-riabilitativa, è necessario promuovere un democratico confronto alla pari, di reciprocità interdisciplinare, evitando di cadere nel rischio della subordinazione deterministico-riduzionistica, tipica delle «arroganti», iperspecialistiche ed egemoni logiche della medicalizzazione. Si tratta di approcci disciplinari che, nelle loro necessarie contaminazioni e produttive sinergie, intendono far perseguire al soggetto con disabilità ottimali livelli di ben-essere esistenziale, soprattutto, nelle condizioni di fragilità-vulnerabilità caratterizzanti la complessità dell’umana esistenza, ancor più marcate dalla drammatica, emarginante, aggressiva sfida lanciata dall’inattesa pandemia del Covid-19. Diviene di fondamentale importanza riattivare un produttivo dialogo tra Medicina e Pedagogia speciale capace di rompere l’isolamento di una solitudine forzata dei più deboli, per ricostruire nuovi territori e sentieri di prossimità, progettando itinerari e gesti di cura rigenerativi di un nuovo umanesimo connotato da autentiche e significative relazioni socio-culturali nei principali contesti di vita.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.