Il catalogo della Biennale Arte di Venezia è il libro d’arte più venduto al mondo. Da oltre cento anni, dal 1895 al 2011, implementa l’esposizione internazionale, orienta il processo di visita e mette in scena il sapere che la ordina. Oggi si dice che il libro è una tecnologia obsoleta, ma i curatori si sfidano a colpi di “book of books” e Palazzi enciclopedici. Convince ancora la forma codex? L’autrice esamina, con metodo semiotico, le trasformazioni del catalogo nel tempo: da listino e guida tascabile, a luogo di confronto teorico, a gigantesca reliquia da collezione. Perdura uno spazio verbo-visivo, codice testuale di modelli, illocutori o istruttivi – saggi, mappe, liste, fotografie – e codice grammaticale che manifesta o implicita le leggi del loro costituirsi: regolamenti, verdetti, autovalutazioni. La creazione di segni nuovi affianca convenzioni espositive ritualmente acclamate: festeggiamenti, premiazioni, anniversari. Altro che “contesto”! Artisti, direttori, curatori, collezionisti hanno voce in capitolo, attraverso prestazioni e strategie. E il pubblico interviene con anti-cataloghi e referendum per i propri “campioni”. Gusti e comportamenti culturali, da un secolo a questa parte. Con il catalogo la Biennale si presenta e rappresenta. Un materiale prezioso, che prova l’indivisibilità fra linguaggi ed esperienza.

Biennale di Venezia. Il catalogo è questo

MIGLIORE T
2012

Abstract

Il catalogo della Biennale Arte di Venezia è il libro d’arte più venduto al mondo. Da oltre cento anni, dal 1895 al 2011, implementa l’esposizione internazionale, orienta il processo di visita e mette in scena il sapere che la ordina. Oggi si dice che il libro è una tecnologia obsoleta, ma i curatori si sfidano a colpi di “book of books” e Palazzi enciclopedici. Convince ancora la forma codex? L’autrice esamina, con metodo semiotico, le trasformazioni del catalogo nel tempo: da listino e guida tascabile, a luogo di confronto teorico, a gigantesca reliquia da collezione. Perdura uno spazio verbo-visivo, codice testuale di modelli, illocutori o istruttivi – saggi, mappe, liste, fotografie – e codice grammaticale che manifesta o implicita le leggi del loro costituirsi: regolamenti, verdetti, autovalutazioni. La creazione di segni nuovi affianca convenzioni espositive ritualmente acclamate: festeggiamenti, premiazioni, anniversari. Altro che “contesto”! Artisti, direttori, curatori, collezionisti hanno voce in capitolo, attraverso prestazioni e strategie. E il pubblico interviene con anti-cataloghi e referendum per i propri “campioni”. Gusti e comportamenti culturali, da un secolo a questa parte. Con il catalogo la Biennale si presenta e rappresenta. Un materiale prezioso, che prova l’indivisibilità fra linguaggi ed esperienza.
2012
978-88-548-5581-6
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2681907
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