Jean-François Lyotard aveva teorizzato in Discours figure (1971), nel capitolo sul segno linguistico, che il linguaggio non è fatto di segni (sistema chiuso) ma dell’uso che il soggetto fa, nell’atto di parola, di questi segni. Conta l’atto di parola e non la corrispondenza, punto per punto, tra un segno e ciò a cui rinvia. Contro l’inscrizione di segni arbitrari in uno spazio neutralizzato, si costituisce uno spazio spesso, dove può elaborarsi il gioco tra mostrare e nascondere. È questa la metafisica della presenza, in cui la mediazione tra significante e significato è ricercata dalla parte del corpo e ottenuta dentro una ritmica. Ecco perché poi, nella recensione a La critique du discours, Lyotard definirà Louis Marin un “semiologo di gran talento”. Marin è colui il quale, descrivendo con cura la ritmica della Transustanziazione, mostra le sincopi, i bianchi, i momenti in cui una stessa cosa è al contempo figurante e figurata, può nascondere come cosa ciò che rivela in quanto segno e quindi essere insieme cosa e segno (doppio status). Questa struttura resta linguistica, legata 1) alla teoria dell’enunciazione nel discorso e 2) alla teoria degli effetti di senso (persuasione, credenza e istituzionalizzazione della credenza). Per Marin il discorso puntuale di Cristo realizza un accordo perfetto tra ragione e fede e diventa il rito fondatore della comunità universale

Questo è il mio corpo. Operatività del segno tra J. F. Lyotard e L. Marin

MIGLIORE T
2008

Abstract

Jean-François Lyotard aveva teorizzato in Discours figure (1971), nel capitolo sul segno linguistico, che il linguaggio non è fatto di segni (sistema chiuso) ma dell’uso che il soggetto fa, nell’atto di parola, di questi segni. Conta l’atto di parola e non la corrispondenza, punto per punto, tra un segno e ciò a cui rinvia. Contro l’inscrizione di segni arbitrari in uno spazio neutralizzato, si costituisce uno spazio spesso, dove può elaborarsi il gioco tra mostrare e nascondere. È questa la metafisica della presenza, in cui la mediazione tra significante e significato è ricercata dalla parte del corpo e ottenuta dentro una ritmica. Ecco perché poi, nella recensione a La critique du discours, Lyotard definirà Louis Marin un “semiologo di gran talento”. Marin è colui il quale, descrivendo con cura la ritmica della Transustanziazione, mostra le sincopi, i bianchi, i momenti in cui una stessa cosa è al contempo figurante e figurata, può nascondere come cosa ciò che rivela in quanto segno e quindi essere insieme cosa e segno (doppio status). Questa struttura resta linguistica, legata 1) alla teoria dell’enunciazione nel discorso e 2) alla teoria degli effetti di senso (persuasione, credenza e istituzionalizzazione della credenza). Per Marin il discorso puntuale di Cristo realizza un accordo perfetto tra ragione e fede e diventa il rito fondatore della comunità universale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2681951
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