Scalpellare lunghe liste di nomi di caduti sui monumenti pubblici è stato un arduo impegno delle società europee al termine della Grande guerra. Quella vasta «scrittura della morte», governata dagli Stati liberali, è stata alla base dell’elaborazione del lutto di massa. Il saggio ripercorre la costruzione di questo ‘necronominalismo’, che ha le proprie radici nel secondo Ottocento, specie in Garibaldi, e nelle novità tecnologiche della guerra. L’avvento di una democratizzazione celebrata con le liste alfabetiche dei caduti, dove un contadino poteva figurare prima del suo capitano, sminuiva le gerarchie e le precedenze. Ne restavano vittime la sinistra e la ‘morte rossa’, svuotata di sacralità. Il fascismo invece stabilizzava tale ‘democrazia della morte’ privandola degli individui.
Vite semplici. Vite da eroi Necronominalismo e democratizzazione dei nomi dei caduti della Grande guerra
Dino Mengozzi
2021
Abstract
Scalpellare lunghe liste di nomi di caduti sui monumenti pubblici è stato un arduo impegno delle società europee al termine della Grande guerra. Quella vasta «scrittura della morte», governata dagli Stati liberali, è stata alla base dell’elaborazione del lutto di massa. Il saggio ripercorre la costruzione di questo ‘necronominalismo’, che ha le proprie radici nel secondo Ottocento, specie in Garibaldi, e nelle novità tecnologiche della guerra. L’avvento di una democratizzazione celebrata con le liste alfabetiche dei caduti, dove un contadino poteva figurare prima del suo capitano, sminuiva le gerarchie e le precedenze. Ne restavano vittime la sinistra e la ‘morte rossa’, svuotata di sacralità. Il fascismo invece stabilizzava tale ‘democrazia della morte’ privandola degli individui.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.