In un saggio di La corda pazza (1970), relativo alle feste religiose in Sicilia, Leonardo Sciascia scrive: «Indubbiamente, in queste rappresentazioni, si sente che più del Cristo stesso è la figura di Maria Addolorata che colpisce e commuove. [...] Non il dramma, dunque, del divino sacrificio e dell’umana redenzione; ma quello del male di vivere, dell’oscuro viscerale sgomento di fronte alla morte, del chiuso e perenne lutto dei viventi». La mater dolorosa si avvicina così alla contemplazione della morte tipica, secondo lo scrittore, della sicilianità, come notato in pagine memorabili del Gattopardo da Tomasi di Lampedusa. Lo stesso, silenzioso, personaggio femminile del Giorno della civetta, la giovane vedova Nicolosi, ha in sé quel carattere dolente che, come la Vergine, la rende «chiusa nel manto nero della pena». Più in generale, in termini di pneumocritica, tutti i personaggi femminili dell’opera sciasciana celano un’enigmatica evasività che, come nel caso della De Matis in Il cavaliere e la morte, offre il «punto di vista agonistico dell’outsider» (Carmina), rappresentando al contempo lo spirito essenziale della Sicilia e la parola altra della letteratura.

La donna in Sciascia: La corda pazza

Alberto Fraccacreta
2019

Abstract

In un saggio di La corda pazza (1970), relativo alle feste religiose in Sicilia, Leonardo Sciascia scrive: «Indubbiamente, in queste rappresentazioni, si sente che più del Cristo stesso è la figura di Maria Addolorata che colpisce e commuove. [...] Non il dramma, dunque, del divino sacrificio e dell’umana redenzione; ma quello del male di vivere, dell’oscuro viscerale sgomento di fronte alla morte, del chiuso e perenne lutto dei viventi». La mater dolorosa si avvicina così alla contemplazione della morte tipica, secondo lo scrittore, della sicilianità, come notato in pagine memorabili del Gattopardo da Tomasi di Lampedusa. Lo stesso, silenzioso, personaggio femminile del Giorno della civetta, la giovane vedova Nicolosi, ha in sé quel carattere dolente che, come la Vergine, la rende «chiusa nel manto nero della pena». Più in generale, in termini di pneumocritica, tutti i personaggi femminili dell’opera sciasciana celano un’enigmatica evasività che, come nel caso della De Matis in Il cavaliere e la morte, offre il «punto di vista agonistico dell’outsider» (Carmina), rappresentando al contempo lo spirito essenziale della Sicilia e la parola altra della letteratura.
2019
978-84-362-7584-1
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2690648
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact