Cosa nascondono le lettere di Montale a Clizia, Trabucco e “Mosca”? Sicuramente uno slang, un idioletto assai riconoscibile, formato da un forte potenziale retorico-letterario. E inoltre? Se ci soffermiamo sull’epistolario rivolto a Irma Brandeis, notiamo qualcosa di più che arguti giochi linguistici, pieni di humour. C’è, in formato bonsai, una prefigurazione dell’opera poetica successiva agli Ossi di seppia: il riferimento alla divinizzazione dell’amata, apostrofata in termini mistici dallo scrivente, oggetto di una vera e propria adorazione: adorazione del “tu” contro le lacune dell’“io”, contro l’inettitudine del soggetto. Ancora una volta la poesia e la prosa di Montale si mostrano nel loro lato connotativo più essenziale, cioè lo strano rapporto con l’alterità, specchio e amplificazione dell’“io”.
Lo “slang” mistico di Montale nelle lettere a Clizia
Alberto Fraccacreta
2021
Abstract
Cosa nascondono le lettere di Montale a Clizia, Trabucco e “Mosca”? Sicuramente uno slang, un idioletto assai riconoscibile, formato da un forte potenziale retorico-letterario. E inoltre? Se ci soffermiamo sull’epistolario rivolto a Irma Brandeis, notiamo qualcosa di più che arguti giochi linguistici, pieni di humour. C’è, in formato bonsai, una prefigurazione dell’opera poetica successiva agli Ossi di seppia: il riferimento alla divinizzazione dell’amata, apostrofata in termini mistici dallo scrivente, oggetto di una vera e propria adorazione: adorazione del “tu” contro le lacune dell’“io”, contro l’inettitudine del soggetto. Ancora una volta la poesia e la prosa di Montale si mostrano nel loro lato connotativo più essenziale, cioè lo strano rapporto con l’alterità, specchio e amplificazione dell’“io”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.