Il saggio si occupa delle fonti delle due novelle decameroniane e individua analogie di temi e di messaggi tra le due narrazioni. Entrambe rievocano con nostalgia la civiltà cavalleresca, la prima attraverso il ricordo emblematico delle antiche casate di Romagna, la seconda mettendo in scena una nobile vicenda fiorentina ‘da dentro la cerchia antica’. Il finale matrimoniale e il ritorno dei protagonisti alle norme della convenienza civile non va letto solo nella chiave dell’avvenuto imborghesimento sociale ma potrebbe essere un elemento volto ad esorcizzare i valori aristocratici e feroci dell’antico mondo feudale di cui si superano dezmesura e crudeltà. Boccaccio sembra avere funzionalizzato il rimpianto per gli antichi valori adeguandolo e proiettandolo verso il sogno di rifondazione, dopo la peste, di una società ideale contrassegnata da principi astorici e perenni di civile convivenza.
Il Dittico cavalleresco. Decameron V, 8 e V, 9
ilaria Tufano
2020
Abstract
Il saggio si occupa delle fonti delle due novelle decameroniane e individua analogie di temi e di messaggi tra le due narrazioni. Entrambe rievocano con nostalgia la civiltà cavalleresca, la prima attraverso il ricordo emblematico delle antiche casate di Romagna, la seconda mettendo in scena una nobile vicenda fiorentina ‘da dentro la cerchia antica’. Il finale matrimoniale e il ritorno dei protagonisti alle norme della convenienza civile non va letto solo nella chiave dell’avvenuto imborghesimento sociale ma potrebbe essere un elemento volto ad esorcizzare i valori aristocratici e feroci dell’antico mondo feudale di cui si superano dezmesura e crudeltà. Boccaccio sembra avere funzionalizzato il rimpianto per gli antichi valori adeguandolo e proiettandolo verso il sogno di rifondazione, dopo la peste, di una società ideale contrassegnata da principi astorici e perenni di civile convivenza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.