Nell’ambito dell'ampia riflessione interdisciplinare sul tema dell’abitare stimolata dalla diffusione mondiale del Coronavirus, questo contributo si propone di indaga-re il rapporto tra l’emergenza pandemica e le pratiche abitative post-disastro. L’articolo descrive la ricerca etnografica comparativa all’interno di due aree abitative temporanee della provincia di Macerata, installate a seguito del terremoto che ha duramente colpito l’Appennino centrale nel 2016-2017. Il contributo analizza l’impatto delle misure restrittive imposte dalla normativa italiana su queste "nuove" forme abitative e mette in evidenza alcune aree critiche, considerate sia in un'ottica domestica che in una più ampia territoriale. Sebbene l’emergenza pan-demica inasprisca certamente le criticità, esse sono riconducibili alle più ampie vulnerabilità dei territori colpiti dal terremoto, la cui analisi non può prescindere dall’adozione di una prospettiva storicizzata e diacronica. Dopo aver riconosciuto il permanere di una "doppia emergenza" in questi territori, le conclusioni suggeriscono l’importanza di considerare, analiticamente e pragmaticamente, il fattore temporale del ""itorno alla normalità”, legato principalmente alla ricostruzione delle case distrutte dal terremoto.
«Non restiamo a casa da 4 anni». La pandemia nelle aree abitative temporanee del post-sisma 2016-2017 dell’Appennino Centrale
Enrico Mariani
;
2020
Abstract
Nell’ambito dell'ampia riflessione interdisciplinare sul tema dell’abitare stimolata dalla diffusione mondiale del Coronavirus, questo contributo si propone di indaga-re il rapporto tra l’emergenza pandemica e le pratiche abitative post-disastro. L’articolo descrive la ricerca etnografica comparativa all’interno di due aree abitative temporanee della provincia di Macerata, installate a seguito del terremoto che ha duramente colpito l’Appennino centrale nel 2016-2017. Il contributo analizza l’impatto delle misure restrittive imposte dalla normativa italiana su queste "nuove" forme abitative e mette in evidenza alcune aree critiche, considerate sia in un'ottica domestica che in una più ampia territoriale. Sebbene l’emergenza pan-demica inasprisca certamente le criticità, esse sono riconducibili alle più ampie vulnerabilità dei territori colpiti dal terremoto, la cui analisi non può prescindere dall’adozione di una prospettiva storicizzata e diacronica. Dopo aver riconosciuto il permanere di una "doppia emergenza" in questi territori, le conclusioni suggeriscono l’importanza di considerare, analiticamente e pragmaticamente, il fattore temporale del ""itorno alla normalità”, legato principalmente alla ricostruzione delle case distrutte dal terremoto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.