Negli ultimi decenni si assiste alla proliferazione di ricerche che hanno l’obiettivo di misurare e comparare la performance degli Stati relativamente a determinati aspetti socio-economici. Questi indici sono caratterizzati dal fatto che associano, per ogni unità, un valore numerico ad una particolare performance per produrre una classifica di vincenti e perdenti, come se si stesse disputando una competizione sportiva. Questo volume ha due obiettivi. Il primo è l’analisi degli aspetti epistemologici e metodologici che sono alla base della costruzione di queste classifiche. I risultati che si ottengono vengono percepiti come oggettivi perché scaturiscono da un procedimento etichettato come “misurazione”. Ma la misurazione, nelle scienze sociali, non ha la stessa accezione che nelle scienze dure; è pressoché impossibile stabilire un’unità di misura standardizzata a livello mondiale, per cui i criteri su cui si basa sono stipulativi e contingenti. Il secondo obiettivo è cercare di capire quali sono le condizioni storiche, culturali e sociali che hanno portato ad accettare e promuovere la logica delle classifiche. Ci si domanda come mai, viste le ben note criticità insite nella loro costruzione, vengono tenute in grande considerazione in prima istanza dagli organismi internazionali e conseguentemente dai media e dai governi dei diversi paesi. L’analisi approfondisce due casi particolare: l’indagine OCSE-PISA e il World Happiness Index
IL MONDO È FATTO A SCALE. L’intensificazione della logica delle classifiche nelle rilevazioni internazionali.
Sabrina Moretti
2021
Abstract
Negli ultimi decenni si assiste alla proliferazione di ricerche che hanno l’obiettivo di misurare e comparare la performance degli Stati relativamente a determinati aspetti socio-economici. Questi indici sono caratterizzati dal fatto che associano, per ogni unità, un valore numerico ad una particolare performance per produrre una classifica di vincenti e perdenti, come se si stesse disputando una competizione sportiva. Questo volume ha due obiettivi. Il primo è l’analisi degli aspetti epistemologici e metodologici che sono alla base della costruzione di queste classifiche. I risultati che si ottengono vengono percepiti come oggettivi perché scaturiscono da un procedimento etichettato come “misurazione”. Ma la misurazione, nelle scienze sociali, non ha la stessa accezione che nelle scienze dure; è pressoché impossibile stabilire un’unità di misura standardizzata a livello mondiale, per cui i criteri su cui si basa sono stipulativi e contingenti. Il secondo obiettivo è cercare di capire quali sono le condizioni storiche, culturali e sociali che hanno portato ad accettare e promuovere la logica delle classifiche. Ci si domanda come mai, viste le ben note criticità insite nella loro costruzione, vengono tenute in grande considerazione in prima istanza dagli organismi internazionali e conseguentemente dai media e dai governi dei diversi paesi. L’analisi approfondisce due casi particolare: l’indagine OCSE-PISA e il World Happiness IndexI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.