Fin dall'inizio del xx secolo l'interpretazione dual system della teoria marxiana del valore è andata incontro ad una serie di problemi sul piano analitico, dando luogo ad una disputa teorica che ha trovato una conclusione, secondo molti, con la pubblicazione di Produzione di merci di Piero Sraffa. Dall'inizio degli anni ottanta, tuttavia, il dibattito è stato riaperto da una pluralità di contributi che hanno proposto un approccio single system alla teoria del valore-lavoro, il quale ha posto al centro dell'attenzione il 'lavoro vivo' quale unica possibile fonte del neovalore. Il presente lavoro ha dunque lo scopo di presentare una rassegna critica dei più importanti contributi che hanno sostenuto la necessità di riabilitare la teoria marxiana del valore come teoria del neovalore-lavoro. In primo luogo, viene fornita una rigorosa ricostruzione della cosiddetta 'Nuova interpretazione', promossa indipendente-mente da Lipietz, Duménil e Foley e poi sviluppata soprattutto da quest'ultimi due autori. Dopodiché, ci si sofferma in particolare sugli economisti italiani - quali Messori, Graziani, Bellofiore, Perri, Preti, Gattei e Gozzi - che, ponendo al centro dell'analisi la categoria di 'lavoro vivo', hanno dimostrato in che modo la critica neoricardiana prescinda e dunque non possa scalfire la teoria marxiana del valore, della quale viene ribadita la solidità formale e quindi la rilevanza euristica.

La scuola italiana del ‘lavoro vivo’

Coveri Andrea
2019

Abstract

Fin dall'inizio del xx secolo l'interpretazione dual system della teoria marxiana del valore è andata incontro ad una serie di problemi sul piano analitico, dando luogo ad una disputa teorica che ha trovato una conclusione, secondo molti, con la pubblicazione di Produzione di merci di Piero Sraffa. Dall'inizio degli anni ottanta, tuttavia, il dibattito è stato riaperto da una pluralità di contributi che hanno proposto un approccio single system alla teoria del valore-lavoro, il quale ha posto al centro dell'attenzione il 'lavoro vivo' quale unica possibile fonte del neovalore. Il presente lavoro ha dunque lo scopo di presentare una rassegna critica dei più importanti contributi che hanno sostenuto la necessità di riabilitare la teoria marxiana del valore come teoria del neovalore-lavoro. In primo luogo, viene fornita una rigorosa ricostruzione della cosiddetta 'Nuova interpretazione', promossa indipendente-mente da Lipietz, Duménil e Foley e poi sviluppata soprattutto da quest'ultimi due autori. Dopodiché, ci si sofferma in particolare sugli economisti italiani - quali Messori, Graziani, Bellofiore, Perri, Preti, Gattei e Gozzi - che, ponendo al centro dell'analisi la categoria di 'lavoro vivo', hanno dimostrato in che modo la critica neoricardiana prescinda e dunque non possa scalfire la teoria marxiana del valore, della quale viene ribadita la solidità formale e quindi la rilevanza euristica.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2697992
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