L’esperienza educativa di Don Milani e Paulo Freire è tutta improntata ad una esplicita ammissione della sua finalità morale, e in entrambi ritroviamo una carica di contestazione nei confronti della società e del modello scolastico prevalente che è il segno delle rispettive pedagogie critiche. Inoltre, il modello con cui essi cercano di coniugare perfettamente la formazione intellettuale e quella morale deriva da premesse epistemologiche e didattiche simili, l’apprendente, soprattutto nell’ambito linguistico, è impegnato innanzitutto in una azione di decodificazione e ricodificazione dei significati sociali e delle forme del potere che la lingua veicola e svela, e non in una azione in cui sono coinvolti solo questioni tecniche. Le tecniche didattiche in entrambi tendono quindi a essere espressione di una istanza di formazione morale esplicita, politica, sociale. Don Milani e Freire sono un caso tipico di un programma educativo che pur accentuando l’aspetto della formazione morale dell’individuo come consustanziale a quella intellettuale con mezzi didattici integrati alla propria filosofia, non riesce però a consegnare la propria riflessione al sistema scolastico generalizzato, pubblico, laico e di massa, rimanendo legati a sistemi di formazione di eccellenza ma minoritari, che seppure basati su metodologie replicabili rimangono invece marginali e poco frequentati dai docenti.
Due pedagogie dell’educazione morale esplicita. Freire e don Milani
andrea lupi
2021
Abstract
L’esperienza educativa di Don Milani e Paulo Freire è tutta improntata ad una esplicita ammissione della sua finalità morale, e in entrambi ritroviamo una carica di contestazione nei confronti della società e del modello scolastico prevalente che è il segno delle rispettive pedagogie critiche. Inoltre, il modello con cui essi cercano di coniugare perfettamente la formazione intellettuale e quella morale deriva da premesse epistemologiche e didattiche simili, l’apprendente, soprattutto nell’ambito linguistico, è impegnato innanzitutto in una azione di decodificazione e ricodificazione dei significati sociali e delle forme del potere che la lingua veicola e svela, e non in una azione in cui sono coinvolti solo questioni tecniche. Le tecniche didattiche in entrambi tendono quindi a essere espressione di una istanza di formazione morale esplicita, politica, sociale. Don Milani e Freire sono un caso tipico di un programma educativo che pur accentuando l’aspetto della formazione morale dell’individuo come consustanziale a quella intellettuale con mezzi didattici integrati alla propria filosofia, non riesce però a consegnare la propria riflessione al sistema scolastico generalizzato, pubblico, laico e di massa, rimanendo legati a sistemi di formazione di eccellenza ma minoritari, che seppure basati su metodologie replicabili rimangono invece marginali e poco frequentati dai docenti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.