La carta non è un’accozzaglia di simboli e di tanti oggetti disposti in modo apparentemente disordinato e incomprensibile, ma l’espressione grafica di processi regolati da leggi e logiche territoriali, dove flussi energetici e scambi materiali – nella loro pluralità e inarrestabile mobilità - costituiscono la chiave di lettura delle forme della terra e del disegno del territorio modellato attraverso i millenni, quale si svela all’osservatore attento e preparato che, con scientifica curiosità e etica idealità, si accosta a questo mobile oggetto di vita e di civiltà nel tentativo di scioglierne i nodi più complicati e di governare le sfide più ardite della modernità. Il tutto finalizzato a progettualità, sostenuto da intenzionalità di sviluppo eco-compatibile e profondamente equitario tra classi e popoli diversa- mente favoriti dalla storia delle relazioni umane e dalle risorse possedute. La carta, mirabile specchio di spazialità e temporalità, promuove la consape- volezza che tutto è allacciato all’altro, tutto è ‘attaccato’ all’altro, anche se gli elementi in gioco sono lontani tra loro: lontani nel tempo e nello spazio ma comunque intimamente interconnessi e legati da potenti rapporti funzionali. Le ‘filiere geografiche’ si fanno più evidenti su una carta che tenta di riprodurre un territorio con i ‘segni’ della natura e con quelli del progresso sociale e culturale, sebbene perennemente sospesi tra resilienza e impermanenza. Il volume si propone di fornire una visione del travaglio cartografico fino alle pro- spettive odierne di cui si offrono alcuni scorci. Da geografi non vorremmo mai perdere di vista gli aspetti cartografici di più frequente utilizzazione nella ricerca professionale, che per la maggior parte di noi è saldamente congiunta anche alla prassi didattica, alla costruzione di competenze, alla realizzazione di empatie disciplinari, all’attività di educazione e formazione.
Cartografia in bilico tra fervido passato e nuovi orizzonti.
M. Ugolini;P. Persi
2022
Abstract
La carta non è un’accozzaglia di simboli e di tanti oggetti disposti in modo apparentemente disordinato e incomprensibile, ma l’espressione grafica di processi regolati da leggi e logiche territoriali, dove flussi energetici e scambi materiali – nella loro pluralità e inarrestabile mobilità - costituiscono la chiave di lettura delle forme della terra e del disegno del territorio modellato attraverso i millenni, quale si svela all’osservatore attento e preparato che, con scientifica curiosità e etica idealità, si accosta a questo mobile oggetto di vita e di civiltà nel tentativo di scioglierne i nodi più complicati e di governare le sfide più ardite della modernità. Il tutto finalizzato a progettualità, sostenuto da intenzionalità di sviluppo eco-compatibile e profondamente equitario tra classi e popoli diversa- mente favoriti dalla storia delle relazioni umane e dalle risorse possedute. La carta, mirabile specchio di spazialità e temporalità, promuove la consape- volezza che tutto è allacciato all’altro, tutto è ‘attaccato’ all’altro, anche se gli elementi in gioco sono lontani tra loro: lontani nel tempo e nello spazio ma comunque intimamente interconnessi e legati da potenti rapporti funzionali. Le ‘filiere geografiche’ si fanno più evidenti su una carta che tenta di riprodurre un territorio con i ‘segni’ della natura e con quelli del progresso sociale e culturale, sebbene perennemente sospesi tra resilienza e impermanenza. Il volume si propone di fornire una visione del travaglio cartografico fino alle pro- spettive odierne di cui si offrono alcuni scorci. Da geografi non vorremmo mai perdere di vista gli aspetti cartografici di più frequente utilizzazione nella ricerca professionale, che per la maggior parte di noi è saldamente congiunta anche alla prassi didattica, alla costruzione di competenze, alla realizzazione di empatie disciplinari, all’attività di educazione e formazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.