È nota la polemica di Masuccio Salernitano nei confronti dei religiosi di ogni genere, in particolare gli appartenenti agli Ordini Mendicanti. Un’indagine più approfondita rivela che essa è rivolta specificamente ai membri dell’Osservanza e in modo acceso verso l’Osservanza minoritica che Masuccio definisce «l’ordene de san Bernardino». La feroce polemica contro gli Osservanti può essere utile per affrontare alcune considerazioni sull’evoluzione del testo del Novellino. Tra le poche novelle tradite dai codici e le stampe sono evidenti molte differenze, tra cui la reticenza onomastica che copre alcuni protagonisti dell’Osservanza e la relativizzazione, attraverso una maggiore genericità, della polemica antiosservante. In alcuni luoghi metanarrativi, di sicuro più tardi rispetto alla composizione delle novelle, l’autore (o Giovan Marco il Cinico che ha fornito l’apografo a Francesco Del Tuppo o lo stesso Del Tuppo, che si è occupato della princeps) sembra minimizzare la satira antifratesca che nelle novelle era invece pervasiva, enfatizzando come soltanto i religiosi cattivi debbano sentirsi colpiti dagli strali dell’opera, dando per scontata l’esistenza di una nutrita schiera di religiosi virtuosi, azzerando ogni differenza tra secolari e regolari, e, soprattutto, eliminando i cenni a Osservanti o Conventuali.

La polemica antiosservante d Masuccio Salernitano

Ilaria Tufano
2022

Abstract

È nota la polemica di Masuccio Salernitano nei confronti dei religiosi di ogni genere, in particolare gli appartenenti agli Ordini Mendicanti. Un’indagine più approfondita rivela che essa è rivolta specificamente ai membri dell’Osservanza e in modo acceso verso l’Osservanza minoritica che Masuccio definisce «l’ordene de san Bernardino». La feroce polemica contro gli Osservanti può essere utile per affrontare alcune considerazioni sull’evoluzione del testo del Novellino. Tra le poche novelle tradite dai codici e le stampe sono evidenti molte differenze, tra cui la reticenza onomastica che copre alcuni protagonisti dell’Osservanza e la relativizzazione, attraverso una maggiore genericità, della polemica antiosservante. In alcuni luoghi metanarrativi, di sicuro più tardi rispetto alla composizione delle novelle, l’autore (o Giovan Marco il Cinico che ha fornito l’apografo a Francesco Del Tuppo o lo stesso Del Tuppo, che si è occupato della princeps) sembra minimizzare la satira antifratesca che nelle novelle era invece pervasiva, enfatizzando come soltanto i religiosi cattivi debbano sentirsi colpiti dagli strali dell’opera, dando per scontata l’esistenza di una nutrita schiera di religiosi virtuosi, azzerando ogni differenza tra secolari e regolari, e, soprattutto, eliminando i cenni a Osservanti o Conventuali.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2706430
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