Trentasei calchi in gesso di manifattura ottocentesca, già in dotazione dell’Istituto di Belle Arti delle Marche fondato a Urbino nel 1861, oggi affiancati da cinque esemplari di più recente produzione (1990-1991), ma tutti derivati da sculture greche e romane o da elaborazioni moderne in diretta filiazione o ideale riferimento alla classicità greca e romana: questo è il panorama artistico, storico e culturale documentato nel Museo dei Gessi dell’Università di Urbino. Gli allestimenti a Palazzo Albani di questo circoscritto, ma significativo, nucleo di calchi sono strettamente legati alla storia dell’Istituto di Archeologia dell’Università di Urbino ed affondano la loro origine negli embrionali interventi di recupero e valorizzazione avviati sin dal 1974 (Sandro Stucchi), poi finemente declinati in un primo e organico spazio museale (1988, Carlo Gasparri), grazie al favorevole e lungimirante consenso dei presidi che si sono avvicendati alla direzione dell’Istituto d’Arte, poi Liceo Artistico - Scuola del Libro di Urbino, erede dell’istituzione ottocentesca. In seguito, il Museo dei Gessi ha conosciuto fasi di alterna fortuna, che hanno reso necessario un nuovo allestimento, celebrato con un convegno internazionale nel 2012 (Gypsa). Da allora, studio, tutela, conservazione e valorizzazione hanno tracciato e tracciano la vita del Museo dei Gessi, espressione privilegiata della triplice vocazione dell’Università (didattica, ricerca e valorizzazione delle conoscenze) e proiettata in una dimensione di comunità patrimoniale. Questo volume rendere conto di tutti questi aspetti. Infatti, sulla base di una considerevole documentazione d’archivio fin qui inedita, esso ricostruisce le tappe salienti della gipsoteca dell’Istituto di Belle Arti delle Marche, dalla sua fondazione a Urbino (1861) ad anni recenti, evidenziando i mutamenti del repertorio formale dei calchi in rapporto ai mutamenti storici, artistici e culturali via via attraversati dell’istituzione scolastica e ricostruendo una visione d’insieme dei modelli scultorei un tempo inclusi nella gipsoteca, ma poi dispersi, tant’è che i calchi confluiti nel Museo dei Gessi costituiscono appena un terzo dell’originario patrimonio. I calchi nel museo, presentati analiticamente nel catalogo, sono stati esaminati nelle loro peculiarità tecnico-materiche e discussi criticamente rispetto alle relative opere-modello, evidenziando come le loro forme, storicizzate in versioni di restauro spesso non più corrispondenti all’opera-modello, possano restituire significative informazioni storiche, artistiche e culturali sul vissuto post-antico dei nobilia opera da cui derivano e tracciando, in questo senso, potenziali linee di sviluppo della ricerca stessa. Infine, il volume riflette sul ruolo esercitato dalle gipsoteche d’arte storiche (quale è il Museo dei Gessi dell’Università di Urbino) nelle dinamiche di trasmissione e percezione della cultura figurativa classica, avendo contribuito a moltiplicare e disseminare l'immagine dei nobilia opera sì da potenziarne lo statuto di modelli fecondi e iconici, capaci di permeare tuttora, a vario livello, l’orizzonte visivo quotidiano. In questo senso, lo studio di una gipsoteca storica diviene anche una chiave di lettura sul panorama visivo contemporaneo.
Dall’Istituto di Belle Arti delle Marche all’Università di Urbino: tre secoli di storia di una collezione di calchi in gesso
Santucci, Anna
2022
Abstract
Trentasei calchi in gesso di manifattura ottocentesca, già in dotazione dell’Istituto di Belle Arti delle Marche fondato a Urbino nel 1861, oggi affiancati da cinque esemplari di più recente produzione (1990-1991), ma tutti derivati da sculture greche e romane o da elaborazioni moderne in diretta filiazione o ideale riferimento alla classicità greca e romana: questo è il panorama artistico, storico e culturale documentato nel Museo dei Gessi dell’Università di Urbino. Gli allestimenti a Palazzo Albani di questo circoscritto, ma significativo, nucleo di calchi sono strettamente legati alla storia dell’Istituto di Archeologia dell’Università di Urbino ed affondano la loro origine negli embrionali interventi di recupero e valorizzazione avviati sin dal 1974 (Sandro Stucchi), poi finemente declinati in un primo e organico spazio museale (1988, Carlo Gasparri), grazie al favorevole e lungimirante consenso dei presidi che si sono avvicendati alla direzione dell’Istituto d’Arte, poi Liceo Artistico - Scuola del Libro di Urbino, erede dell’istituzione ottocentesca. In seguito, il Museo dei Gessi ha conosciuto fasi di alterna fortuna, che hanno reso necessario un nuovo allestimento, celebrato con un convegno internazionale nel 2012 (Gypsa). Da allora, studio, tutela, conservazione e valorizzazione hanno tracciato e tracciano la vita del Museo dei Gessi, espressione privilegiata della triplice vocazione dell’Università (didattica, ricerca e valorizzazione delle conoscenze) e proiettata in una dimensione di comunità patrimoniale. Questo volume rendere conto di tutti questi aspetti. Infatti, sulla base di una considerevole documentazione d’archivio fin qui inedita, esso ricostruisce le tappe salienti della gipsoteca dell’Istituto di Belle Arti delle Marche, dalla sua fondazione a Urbino (1861) ad anni recenti, evidenziando i mutamenti del repertorio formale dei calchi in rapporto ai mutamenti storici, artistici e culturali via via attraversati dell’istituzione scolastica e ricostruendo una visione d’insieme dei modelli scultorei un tempo inclusi nella gipsoteca, ma poi dispersi, tant’è che i calchi confluiti nel Museo dei Gessi costituiscono appena un terzo dell’originario patrimonio. I calchi nel museo, presentati analiticamente nel catalogo, sono stati esaminati nelle loro peculiarità tecnico-materiche e discussi criticamente rispetto alle relative opere-modello, evidenziando come le loro forme, storicizzate in versioni di restauro spesso non più corrispondenti all’opera-modello, possano restituire significative informazioni storiche, artistiche e culturali sul vissuto post-antico dei nobilia opera da cui derivano e tracciando, in questo senso, potenziali linee di sviluppo della ricerca stessa. Infine, il volume riflette sul ruolo esercitato dalle gipsoteche d’arte storiche (quale è il Museo dei Gessi dell’Università di Urbino) nelle dinamiche di trasmissione e percezione della cultura figurativa classica, avendo contribuito a moltiplicare e disseminare l'immagine dei nobilia opera sì da potenziarne lo statuto di modelli fecondi e iconici, capaci di permeare tuttora, a vario livello, l’orizzonte visivo quotidiano. In questo senso, lo studio di una gipsoteca storica diviene anche una chiave di lettura sul panorama visivo contemporaneo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.