L’atto adottivo rappresenta una prima fase che come Giano, dio degli inizi, ridefinisce l’incontro tra passato e futuro ma non sempre a vantaggio del presente. Questo collasso anche temporale può individuare una situazione traumatica nella quale sono diversamente coinvolti adottanti ed adottati. Per ciascun genitore, infatti, l’opportunità offerta dalla possibilità adottiva può diventare un continuo ricordo dell’esperienza di una mancata generatività. Per ogni bambino, da opportunità risolutiva di pregresse difficoltà emotive e di attaccamento l’inserimento familiare può diventare occasione di slatentizzazione di sintomi post-traumatici che spesso diventano mediatori di disturbi comportamentali, relazionali e di apprendimento. Quando si verifica questa combinazione traumatica i genitori non riescono a favorire la mobilitazione delle risorse resilienti a favore di un adattamento alla nuova situazione né la riparazione emotiva necessaria per (ri)conquistare livelli più organizzanti di attaccamento. La verifica competente delle possibilità emotive e degli stili relazionali di entrambe le parti diventa indispensabile per prevenire inserimenti poco efficaci e ulteriori situazioni di disagio psichico tali da svelare, non senza difficoltà, una mascherata negligenza genitoriale.

The crossroad of past and future. Janus as a symbol of adoption trauma

ACQUARINI, ELENA
2013

Abstract

L’atto adottivo rappresenta una prima fase che come Giano, dio degli inizi, ridefinisce l’incontro tra passato e futuro ma non sempre a vantaggio del presente. Questo collasso anche temporale può individuare una situazione traumatica nella quale sono diversamente coinvolti adottanti ed adottati. Per ciascun genitore, infatti, l’opportunità offerta dalla possibilità adottiva può diventare un continuo ricordo dell’esperienza di una mancata generatività. Per ogni bambino, da opportunità risolutiva di pregresse difficoltà emotive e di attaccamento l’inserimento familiare può diventare occasione di slatentizzazione di sintomi post-traumatici che spesso diventano mediatori di disturbi comportamentali, relazionali e di apprendimento. Quando si verifica questa combinazione traumatica i genitori non riescono a favorire la mobilitazione delle risorse resilienti a favore di un adattamento alla nuova situazione né la riparazione emotiva necessaria per (ri)conquistare livelli più organizzanti di attaccamento. La verifica competente delle possibilità emotive e degli stili relazionali di entrambe le parti diventa indispensabile per prevenire inserimenti poco efficaci e ulteriori situazioni di disagio psichico tali da svelare, non senza difficoltà, una mascherata negligenza genitoriale.
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