Lo scopo di questo contributo è la presentazione dell’evoluzione subita dagli elaborati di progetto presenti ai concorsi di idee, in parallelo con l’evoluzione delle tecniche grafiche (da quelle al tratto a quelle digitali), oltre alla documentazione di archivi di disegni di concorso, resi disponibili in rete per la diffusione della loro conoscenza e per la formulazione di una loro nuova veste, digitale e stereoscopica. La tecnica della visualizzazione di immagini e disegni in stereoscopia è retaggio di una cultura della rappresentazione attenta all’evoluzione tecnologica dei mezzi di comunicazione: il disegno d’architettura, come espressione delle qualità di oggetti costruiti, beneficia forse più di altri settori di tale metodo grafico, particolarmente adatto nel comunicare il plasticismo spaziale delle forme. Analizzando i disegni di alcune raccolte storiche, acquisiti mediante scanner ottici con un elevato livello di risoluzione e organizzati oggi in un archivio digitale, fruibile attraverso la rete, si può verificare che tale tecnologia consente di apprezzarne anche i dettagli più minuti, valorizzando le scelte di progetto in essi documentate. A potenziare questa possibilità di visione analitica tramite tele-collegamento, si è realizzata una loro elaborazione digitale separandone i piani verticali, riconoscibili dalle viste prospettiche e distanziabili per profondità attraverso le omologie individuabili dai punti loro appartenenti, già presenti in piante o sezioni. Con algoritmi operanti sulle scansioni raster, si sono generate viste contenenti opportune duplicazioni degli elementi, differenziati nell’angolazione per ricostruirne la percezione ottica separata propria della stereoscopia (generazione di stereo coppie). Si sono poi regolati interattivamente gli effetti di convergenza e sono stati corretti gli artefatti grafici derivanti dall’interpolazione digitale delle immagini; il risultato del flusso di lavoro sintetizzato è costituito da coppie di immagini che possono essere miscelate per ottenere i classici anaglifi (fruibili attraverso display elettronici a bassa frequenza di rigenerazione con occhiali a lenti colorate rosso/ciano) ovvero rappresentazioni di stereo coppie attraverso la tecnologia di proiezione attiva (mediante lenti polarizzate e sincronizzate con schermi ad alta frequenza). La prima modalità di visualizzazione garantisce la possibilità di sfruttare la classica stampa anaglifica riservandola ai supporti cartacei od agli schermi dei dispositivi mobili, come cellulari o tablet pc, senza risultare in un’alterazione troppo evidente dei colori originali, dal momento che le tavole sono state in massima parte acquisite in tonalità di grigio. La visione attraverso occhiali attivi d’altro canto, utilizzati parallelamente a monitor o video proiettori collegati a calcolatori specificatamente preparati, consente l’allestimento di postazioni virtuali dove il coinvolgimento di più utenti contemporaneamente permette di apprezzare i documenti d’epoca più fedelmente ed in un contesto interattivo. Infine il contributo proposto, analizzando l’evoluzione delle tecniche di presentazione grafica connessa alle tecnologie disponibili nei vari periodi considerati, intende indagare l’evoluzione prodotta nella modalità concettuale di comunicazione dell’architettura, evoluzione che costituisce occasione per valutare le nuove “qualità” e le nuove “carenze” dell’attuale tecnica di comunicazione del Progetto.

Il Disegno per i Concorsi d’Architettura: un ritorno all’antico? Rivisitazioni stereoscopiche di disegni della prima metà del ‘900

Garagnani, S.;
2012

Abstract

Lo scopo di questo contributo è la presentazione dell’evoluzione subita dagli elaborati di progetto presenti ai concorsi di idee, in parallelo con l’evoluzione delle tecniche grafiche (da quelle al tratto a quelle digitali), oltre alla documentazione di archivi di disegni di concorso, resi disponibili in rete per la diffusione della loro conoscenza e per la formulazione di una loro nuova veste, digitale e stereoscopica. La tecnica della visualizzazione di immagini e disegni in stereoscopia è retaggio di una cultura della rappresentazione attenta all’evoluzione tecnologica dei mezzi di comunicazione: il disegno d’architettura, come espressione delle qualità di oggetti costruiti, beneficia forse più di altri settori di tale metodo grafico, particolarmente adatto nel comunicare il plasticismo spaziale delle forme. Analizzando i disegni di alcune raccolte storiche, acquisiti mediante scanner ottici con un elevato livello di risoluzione e organizzati oggi in un archivio digitale, fruibile attraverso la rete, si può verificare che tale tecnologia consente di apprezzarne anche i dettagli più minuti, valorizzando le scelte di progetto in essi documentate. A potenziare questa possibilità di visione analitica tramite tele-collegamento, si è realizzata una loro elaborazione digitale separandone i piani verticali, riconoscibili dalle viste prospettiche e distanziabili per profondità attraverso le omologie individuabili dai punti loro appartenenti, già presenti in piante o sezioni. Con algoritmi operanti sulle scansioni raster, si sono generate viste contenenti opportune duplicazioni degli elementi, differenziati nell’angolazione per ricostruirne la percezione ottica separata propria della stereoscopia (generazione di stereo coppie). Si sono poi regolati interattivamente gli effetti di convergenza e sono stati corretti gli artefatti grafici derivanti dall’interpolazione digitale delle immagini; il risultato del flusso di lavoro sintetizzato è costituito da coppie di immagini che possono essere miscelate per ottenere i classici anaglifi (fruibili attraverso display elettronici a bassa frequenza di rigenerazione con occhiali a lenti colorate rosso/ciano) ovvero rappresentazioni di stereo coppie attraverso la tecnologia di proiezione attiva (mediante lenti polarizzate e sincronizzate con schermi ad alta frequenza). La prima modalità di visualizzazione garantisce la possibilità di sfruttare la classica stampa anaglifica riservandola ai supporti cartacei od agli schermi dei dispositivi mobili, come cellulari o tablet pc, senza risultare in un’alterazione troppo evidente dei colori originali, dal momento che le tavole sono state in massima parte acquisite in tonalità di grigio. La visione attraverso occhiali attivi d’altro canto, utilizzati parallelamente a monitor o video proiettori collegati a calcolatori specificatamente preparati, consente l’allestimento di postazioni virtuali dove il coinvolgimento di più utenti contemporaneamente permette di apprezzare i documenti d’epoca più fedelmente ed in un contesto interattivo. Infine il contributo proposto, analizzando l’evoluzione delle tecniche di presentazione grafica connessa alle tecnologie disponibili nei vari periodi considerati, intende indagare l’evoluzione prodotta nella modalità concettuale di comunicazione dell’architettura, evoluzione che costituisce occasione per valutare le nuove “qualità” e le nuove “carenze” dell’attuale tecnica di comunicazione del Progetto.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2726231
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