A partire da un’esperienza lavorativa svolta, nel 2018, all’interno del sistema di acco-glienza per persone richiedenti asilo e rifugiate di una città del Centro-Nord Italia- e nello specifico nell’ambito di un progetto (Sprar) specificatamente dedicato a perso-ne “vulnerabili”- questo contributo ha l’intento di riflettere analiticamente sul lega-me tra vulnerabilità, salute e pratiche dell’abitare. I fatti micro che verranno esposti porranno l’attenzione su tre dinamiche interrelate: il farsi delle logiche di controllo sottese al dispositivo di accoglienza; l’impatto di quest’ultimo nel vissuto degli ospi-ti; gli effetti di questi dispositivi e pratiche sul mio posizionamento di “antropologa nell’accoglienza”.

«I ain’t got no home»Restrizioni e resistenze nelle esperienze di persone richiedenti asilo e rifugiate in uno Sprar “vulnerabili”. Riflessioni etico-metodologiche.

silvia pitzalis
2024

Abstract

A partire da un’esperienza lavorativa svolta, nel 2018, all’interno del sistema di acco-glienza per persone richiedenti asilo e rifugiate di una città del Centro-Nord Italia- e nello specifico nell’ambito di un progetto (Sprar) specificatamente dedicato a perso-ne “vulnerabili”- questo contributo ha l’intento di riflettere analiticamente sul lega-me tra vulnerabilità, salute e pratiche dell’abitare. I fatti micro che verranno esposti porranno l’attenzione su tre dinamiche interrelate: il farsi delle logiche di controllo sottese al dispositivo di accoglienza; l’impatto di quest’ultimo nel vissuto degli ospi-ti; gli effetti di questi dispositivi e pratiche sul mio posizionamento di “antropologa nell’accoglienza”.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2739371
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