Con il termine Janā zah, si indica l’intero processo funebre islamico, dalla morte alla sepoltura, corredato da una serie di rituali specifici volti a rispettare il defunto musulmano. Questo studio etnografico, frutto di dieci anni di ricerca in diverse città italiane, indaga la costituzione di aree cimiteriali islamiche, istituite attraverso un dialogo tra comunità musulmane e amministrazioni locali. La ricerca ha comportato la partecipazione a cortei funebri, la visita a sale di preghiera e uffici comunali, nel tentativo di comprendere come l’inclusione sociale possa essere promossa anche attraverso i riti della morte. Nonostante in alcune città siano stati creati spazi per le sepolture islamiche, molte richieste rimangono insoddisfatte. Il tema della morte e delle negoziazioni tra società e fedeli musulmani è complesso, soprattutto in un contesto occidentale dove la morte è spesso considerata un tabù. I cimiteri islamici diventano così un microcosmo di queste dinamiche, evidenziando sia collaborazioni che conflitti politico-ideologici. I cimiteri italiani, laici e gestiti dai comuni, dovrebbero garantire uguaglianza di accesso, libertà di espressione religiosa e possibilità di sepoltura per le minoranze, nel rispetto della sostenibilità ambientale. Lo studio analizza i cimiteri islamici come spazi fisici e simboli della memoria per i musulmani, considerando sia gli aspetti rituali che il riconoscimento della diversità culturale e religiosa. La riflessione affronta inoltre i temi della cittadinanza, dell’identità e dell’inclusione, esaminando l’interazione tra comunità musulmane e società italiana nella creazione di spazi cimiteriali dedicati. La mancanza di aree di sepoltura islamiche porta molti musulmani a rimpatriare i propri cari defunti, affrontando costi economici elevati. Questo genera un dilemma per le seconde e terze generazioni di musulmani italiani, che si trovano a scegliere tra il rispetto delle volontà dei genitori e la possibilità di mantenere vicini i propri cari in Italia. Se per le prime generazioni il rimpatrio è una scelta diffusa, per quelle successive la questione della sepoltura locale diventa sempre più rilevante.

La cultura della morte nell'Islam. Analisi del contesto italiano

Francesco Sacchetti
2024

Abstract

Con il termine Janā zah, si indica l’intero processo funebre islamico, dalla morte alla sepoltura, corredato da una serie di rituali specifici volti a rispettare il defunto musulmano. Questo studio etnografico, frutto di dieci anni di ricerca in diverse città italiane, indaga la costituzione di aree cimiteriali islamiche, istituite attraverso un dialogo tra comunità musulmane e amministrazioni locali. La ricerca ha comportato la partecipazione a cortei funebri, la visita a sale di preghiera e uffici comunali, nel tentativo di comprendere come l’inclusione sociale possa essere promossa anche attraverso i riti della morte. Nonostante in alcune città siano stati creati spazi per le sepolture islamiche, molte richieste rimangono insoddisfatte. Il tema della morte e delle negoziazioni tra società e fedeli musulmani è complesso, soprattutto in un contesto occidentale dove la morte è spesso considerata un tabù. I cimiteri islamici diventano così un microcosmo di queste dinamiche, evidenziando sia collaborazioni che conflitti politico-ideologici. I cimiteri italiani, laici e gestiti dai comuni, dovrebbero garantire uguaglianza di accesso, libertà di espressione religiosa e possibilità di sepoltura per le minoranze, nel rispetto della sostenibilità ambientale. Lo studio analizza i cimiteri islamici come spazi fisici e simboli della memoria per i musulmani, considerando sia gli aspetti rituali che il riconoscimento della diversità culturale e religiosa. La riflessione affronta inoltre i temi della cittadinanza, dell’identità e dell’inclusione, esaminando l’interazione tra comunità musulmane e società italiana nella creazione di spazi cimiteriali dedicati. La mancanza di aree di sepoltura islamiche porta molti musulmani a rimpatriare i propri cari defunti, affrontando costi economici elevati. Questo genera un dilemma per le seconde e terze generazioni di musulmani italiani, che si trovano a scegliere tra il rispetto delle volontà dei genitori e la possibilità di mantenere vicini i propri cari in Italia. Se per le prime generazioni il rimpatrio è una scelta diffusa, per quelle successive la questione della sepoltura locale diventa sempre più rilevante.
2024
9788835169208
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2745497
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