Nella sezione i del libro iX dell’Almagestum novum (1651), Giovanni battista Riccioli (15981691) affronta il problema della natura dei cieli. Si chiede quale ne sia la natura, se di una specie unica o di più specie. Ammette la fluidità dei cieli, eccezion fatta per l’Ottava e ultima sfera che è composta di ghiaccio. Nella sua totalità il cielo è incorruttibile, ma le comete ne svelano anche la natura corruttibile. Come è possibile conciliare questi due aspetti? Riccioli risolve il problema caratterizzando la natura dei cieli come ab intrinseco corruptibiles, e al contempo ab extrinseco incorruptibiles. Nella sessione successiva, Riccioli si sofferma sulle cause del moto celeste e, mediante argomentazioni ampie e dettagliate, ammette che tale moto è presieduto da intelligenze celesti che non potremo mai comprendere fino in fondo.
Natura e moto dei cieli visibili secondo Giovanni Battista Riccioli. Analisi di Almagestum Novum, vol. II, lib. IX, sect. I e II
MARCACCI F
2018
Abstract
Nella sezione i del libro iX dell’Almagestum novum (1651), Giovanni battista Riccioli (15981691) affronta il problema della natura dei cieli. Si chiede quale ne sia la natura, se di una specie unica o di più specie. Ammette la fluidità dei cieli, eccezion fatta per l’Ottava e ultima sfera che è composta di ghiaccio. Nella sua totalità il cielo è incorruttibile, ma le comete ne svelano anche la natura corruttibile. Come è possibile conciliare questi due aspetti? Riccioli risolve il problema caratterizzando la natura dei cieli come ab intrinseco corruptibiles, e al contempo ab extrinseco incorruptibiles. Nella sessione successiva, Riccioli si sofferma sulle cause del moto celeste e, mediante argomentazioni ampie e dettagliate, ammette che tale moto è presieduto da intelligenze celesti che non potremo mai comprendere fino in fondo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.