Dopo i numerosi rinvii dell’acquisizione di efficacia del c.d. “decreto Orlando” in tema di intercettazioni (d.lgs. n. 216 del 2017), il governo ha deciso di mettere mano alla materia con un intervento in via d’urgenza (d.l. n. 161 del 2019, attualmente in corso di conversione in legge). Tra i vari aspetti su cui interviene il decreto legge c’è anche quello del segreto investigativo. Rispetto al “decreto Orlando”, se ne conferma l’estensione di portata in fase autorizzativa (art. 329 c.p.p.), ma e se ne riduce la durata in via generale (art. 269 c.p.p.), giacché il momento in cui cade il segreto torna ad essere quello previsto dall’originale disciplina del codice di rito. Dalle innovazioni apportate alla disciplina sul segreto emerge un sistema normativo su cui permangono perplessità, poiché del tutto inadeguato a soddisfare i livelli minimi di garanzia dei diritti fondamentali coinvolti.
Novità sul segreto investigativo nel d.l. n. 161 del 2019 in tema di intercettazioni
Andrea Zampini
2020
Abstract
Dopo i numerosi rinvii dell’acquisizione di efficacia del c.d. “decreto Orlando” in tema di intercettazioni (d.lgs. n. 216 del 2017), il governo ha deciso di mettere mano alla materia con un intervento in via d’urgenza (d.l. n. 161 del 2019, attualmente in corso di conversione in legge). Tra i vari aspetti su cui interviene il decreto legge c’è anche quello del segreto investigativo. Rispetto al “decreto Orlando”, se ne conferma l’estensione di portata in fase autorizzativa (art. 329 c.p.p.), ma e se ne riduce la durata in via generale (art. 269 c.p.p.), giacché il momento in cui cade il segreto torna ad essere quello previsto dall’originale disciplina del codice di rito. Dalle innovazioni apportate alla disciplina sul segreto emerge un sistema normativo su cui permangono perplessità, poiché del tutto inadeguato a soddisfare i livelli minimi di garanzia dei diritti fondamentali coinvolti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.