Per estrarre una logica della sensazione kantiana occorre rivolgere l’attenzione a quello che Thomas Uehling ha definito “the forgotten principle”: le Anticipazioni della percezione. Non è infatti nell’Estetica che Kant si occupa della sensazione. Questa, secondo Leo Lugarini, è una falsa partenza e Luigi Scaravelli sembra riconoscerlo quando attribuisce alla sezione in cui è esposto il secondo principio dell’intelletto una priorità rispetto a quella il cui oggetto sono le forme pure della sensibilità. Invero, pur affermando che l’indagine del tempo, dello spazio e di ciò che riempie entrambi, cioè la sensazione, appartiene all’Estetica, proprio qui, dopo aver detto che la sensazione è modificazione, Kant esamina solo lo spazio e il tempo. Sulla sensazione e le sue proprietà interne non aggiunge altro, poiché ogni “altro” si riferisce a ciò che è riscontrabile solo a posteriori e varia da individuo a individuo senza mai divenire elemento di scienza. Tuttavia, se l’argomento non è svolto debitamente in sede di Estetica, è anche perché la sensazione che interessa il Kant critico non è la sensazione pura e ipoteticamente isolata, ma la sensazione connessa con una struttura dell’intelletto. Nelle pagine così ben valorizzate da Scaravelli, Kant chiama “percezione” questa connexio e, nondimeno, il rapporto tra Wahrnehmung ed Empfindung resta complesso: le Anticipazioni sono la “vera partenza”, ma la sensazione, per parte sua, è l’unico, autentico, fenomeno dell’inizio.
Logica della sensazione, logica dell'origine: Kant e l'estetica superiore delle Anticipazioni della percezione
CAMPO A
2020
Abstract
Per estrarre una logica della sensazione kantiana occorre rivolgere l’attenzione a quello che Thomas Uehling ha definito “the forgotten principle”: le Anticipazioni della percezione. Non è infatti nell’Estetica che Kant si occupa della sensazione. Questa, secondo Leo Lugarini, è una falsa partenza e Luigi Scaravelli sembra riconoscerlo quando attribuisce alla sezione in cui è esposto il secondo principio dell’intelletto una priorità rispetto a quella il cui oggetto sono le forme pure della sensibilità. Invero, pur affermando che l’indagine del tempo, dello spazio e di ciò che riempie entrambi, cioè la sensazione, appartiene all’Estetica, proprio qui, dopo aver detto che la sensazione è modificazione, Kant esamina solo lo spazio e il tempo. Sulla sensazione e le sue proprietà interne non aggiunge altro, poiché ogni “altro” si riferisce a ciò che è riscontrabile solo a posteriori e varia da individuo a individuo senza mai divenire elemento di scienza. Tuttavia, se l’argomento non è svolto debitamente in sede di Estetica, è anche perché la sensazione che interessa il Kant critico non è la sensazione pura e ipoteticamente isolata, ma la sensazione connessa con una struttura dell’intelletto. Nelle pagine così ben valorizzate da Scaravelli, Kant chiama “percezione” questa connexio e, nondimeno, il rapporto tra Wahrnehmung ed Empfindung resta complesso: le Anticipazioni sono la “vera partenza”, ma la sensazione, per parte sua, è l’unico, autentico, fenomeno dell’inizio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.