La letteratura scientifica sul Faktum della ragione ha conosciuto, di recente, una sensibile fioritura. Numerosi sono i saggi consacratagli negli ultimi anni e diversi sono gli obiettivi che ciascuno si prefigge. Alle ipotesi di lettura più critiche e sospettose, se ne affiancano di sempre più caritatevoli e concilianti. Ma, ciò nondimeno, solo di rado vi si trova un riferimento al ruolo che Kant, nella seconda Critica, assegna alla categoria di causa. In questi studi, gli oggetti sistematici di indagine sono, piuttosto 1. il rapporto che la deduzione della libertà dell’88 intrattiene con quella dell’imperativo categorico nella Fondazione e con la soluzione al terzo conflitto antinomico nella Critica della ragion pura; 2. il controverso statuto della datità della legge morale e della coscienza che ne ha l’ente finito; 3. la natura attiva o fattiva del Faktum e 4. il successo o il fallimento della strategia argomentativa kantiana connessi alla sua introduzione nella seconda Critica. Quasi mai, di contro, si riflette sul fatto che 1. Il pensiero del noumeno, nella Critica della ragion pratica, è affidato al potere di alcune leggi dinamiche; 2. che di queste leggi o categorie dinamiche Kant ammette, in sede pratica, la fecondità dell’uso non conoscitivo; 3. che la legge morale, equiparata al concetto razionale di causa, fa le veci della interdetta intuizione intellettuale e 4. che, come tale, essa non permette soltanto di conoscere qualcosa dell’incondizionato ma ne determina, positivamente, la realtà. Scopo del presente saggio è allora fornire un’interpretazione del “fatto della ragione” il più possibile coerente con questi passaggi del ragionamento di Kant e, assieme, con la tesi sostenuta da alcuni per cui, tematizzando la necessità di una sintesi dell’eterogeneo, Kant compierebbe una “rivoluzione” in cui la causa cessa di essere una categoria. Che cosa vuol dire, infatti, usare un concetto puro senza la mediazione degli schemi? È un uso ancora critico l’uso non conoscitivo della legge morale?
Das Faktum der Vernunft: tra uso pratico della ragione e uso trascendentale delle categorie
CAMPO A
2020
Abstract
La letteratura scientifica sul Faktum della ragione ha conosciuto, di recente, una sensibile fioritura. Numerosi sono i saggi consacratagli negli ultimi anni e diversi sono gli obiettivi che ciascuno si prefigge. Alle ipotesi di lettura più critiche e sospettose, se ne affiancano di sempre più caritatevoli e concilianti. Ma, ciò nondimeno, solo di rado vi si trova un riferimento al ruolo che Kant, nella seconda Critica, assegna alla categoria di causa. In questi studi, gli oggetti sistematici di indagine sono, piuttosto 1. il rapporto che la deduzione della libertà dell’88 intrattiene con quella dell’imperativo categorico nella Fondazione e con la soluzione al terzo conflitto antinomico nella Critica della ragion pura; 2. il controverso statuto della datità della legge morale e della coscienza che ne ha l’ente finito; 3. la natura attiva o fattiva del Faktum e 4. il successo o il fallimento della strategia argomentativa kantiana connessi alla sua introduzione nella seconda Critica. Quasi mai, di contro, si riflette sul fatto che 1. Il pensiero del noumeno, nella Critica della ragion pratica, è affidato al potere di alcune leggi dinamiche; 2. che di queste leggi o categorie dinamiche Kant ammette, in sede pratica, la fecondità dell’uso non conoscitivo; 3. che la legge morale, equiparata al concetto razionale di causa, fa le veci della interdetta intuizione intellettuale e 4. che, come tale, essa non permette soltanto di conoscere qualcosa dell’incondizionato ma ne determina, positivamente, la realtà. Scopo del presente saggio è allora fornire un’interpretazione del “fatto della ragione” il più possibile coerente con questi passaggi del ragionamento di Kant e, assieme, con la tesi sostenuta da alcuni per cui, tematizzando la necessità di una sintesi dell’eterogeneo, Kant compierebbe una “rivoluzione” in cui la causa cessa di essere una categoria. Che cosa vuol dire, infatti, usare un concetto puro senza la mediazione degli schemi? È un uso ancora critico l’uso non conoscitivo della legge morale?I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.