Freud non ha mai elaborato una concezione coerente della temporalità, né ha, tanto meno, scritto un saggio metapsicologico sul tempo. Ha creato, però, un concetto e un sostantivo che potesse dirci qualcosa circa la sua natura: “Nachträglichkeit”, termine che in italiano ho proposto di tradurre con “tardività”. In psicoanalisi, essa ci mostra che per fare un trauma occorrono due tempi, che qualcosa diviene vero, ma solo “dopo”, che l’effetto tangibile di un’esperienza appare sempre più tardi e che un ricordo rimosso diventa trauma solamente nachträglich. L'intuizione di Freud, cioè, è che l'inconscio è qui, nella coscienza, secondo una relazione di coesistenza e simultaneità difficile da pensare e tuttavia ineludibile: c'è qualcos'altro, ma non in un altrove trascendente. Per questo dove l'inconscio è (wo Es ist), in atto, là l'Io sarà stato (wird Ich gewesen sein), sarà stato un fatto o un significato. Il ritardo è irriducibile perché è strutturale ed è tutt'uno con le cose. Il ritardo è anzi la cosa stessa, ma non è l'assoluto (tesi di Derrida). La Cosa s'attarda ma è simultanea, perché che l'effetto tangibile di un'esperienza appaia solo più tardi e che qualcosa divenga vero unicamente dopo significa, come affermano i filosofi del processo, che "il tutto non è dato" e che l'inconscio è reale Secondo Freud, sintetizzando, il tempo di cui la coscienza è eponima non è né apriori né fondamentale: al pari della coscienza, il tempo che ne ordina i fenomeni, è secondario, sia nel senso di "successivo" che nel senso di "non importante". Freud, perciò, ne fa qualcosa di relativo all'atemporalità della causa inconscia. L’opposto, in breve, di un dato immediato. Da un punto di vista psichico, infatti il tempo è sempre "trovato-creato" perché la sua nascita o costruzione è il risultato di un processo e non è nulla di scontato. Sicché, si può ben dire, il concetto di Nachträglichkeit è il concetto per questa "secondarietà" del tempo. Freud lo ha inventato per descrivere il processo attraverso il quale il trauma si implica nel sintomo ma la Nachträglichkeit, più in generale, è una concezione sovversiva della temporalità e della causalità psichiche in grado di stravolgere ciò che il senso comune è portato a credere: che vi sia semplicemente un prima che viene, nel senso di esiste, prima, come causa e ragione di un dopo che viene, nel senso di esiste, dopo, come effetto e significato. La creazione di Freud impone di pensare il “rapporto” tra “prima” e “dopo” fuori da ogni rigorosa consecutio temporum in quanto mostra che il “prima” è veramente, ossia realmente, il “dopo” e che il “dopo” è veramente, ossia realmente, il “prima”.

Tardività. Freud dopo Lacan

CAMPO A
2018

Abstract

Freud non ha mai elaborato una concezione coerente della temporalità, né ha, tanto meno, scritto un saggio metapsicologico sul tempo. Ha creato, però, un concetto e un sostantivo che potesse dirci qualcosa circa la sua natura: “Nachträglichkeit”, termine che in italiano ho proposto di tradurre con “tardività”. In psicoanalisi, essa ci mostra che per fare un trauma occorrono due tempi, che qualcosa diviene vero, ma solo “dopo”, che l’effetto tangibile di un’esperienza appare sempre più tardi e che un ricordo rimosso diventa trauma solamente nachträglich. L'intuizione di Freud, cioè, è che l'inconscio è qui, nella coscienza, secondo una relazione di coesistenza e simultaneità difficile da pensare e tuttavia ineludibile: c'è qualcos'altro, ma non in un altrove trascendente. Per questo dove l'inconscio è (wo Es ist), in atto, là l'Io sarà stato (wird Ich gewesen sein), sarà stato un fatto o un significato. Il ritardo è irriducibile perché è strutturale ed è tutt'uno con le cose. Il ritardo è anzi la cosa stessa, ma non è l'assoluto (tesi di Derrida). La Cosa s'attarda ma è simultanea, perché che l'effetto tangibile di un'esperienza appaia solo più tardi e che qualcosa divenga vero unicamente dopo significa, come affermano i filosofi del processo, che "il tutto non è dato" e che l'inconscio è reale Secondo Freud, sintetizzando, il tempo di cui la coscienza è eponima non è né apriori né fondamentale: al pari della coscienza, il tempo che ne ordina i fenomeni, è secondario, sia nel senso di "successivo" che nel senso di "non importante". Freud, perciò, ne fa qualcosa di relativo all'atemporalità della causa inconscia. L’opposto, in breve, di un dato immediato. Da un punto di vista psichico, infatti il tempo è sempre "trovato-creato" perché la sua nascita o costruzione è il risultato di un processo e non è nulla di scontato. Sicché, si può ben dire, il concetto di Nachträglichkeit è il concetto per questa "secondarietà" del tempo. Freud lo ha inventato per descrivere il processo attraverso il quale il trauma si implica nel sintomo ma la Nachträglichkeit, più in generale, è una concezione sovversiva della temporalità e della causalità psichiche in grado di stravolgere ciò che il senso comune è portato a credere: che vi sia semplicemente un prima che viene, nel senso di esiste, prima, come causa e ragione di un dopo che viene, nel senso di esiste, dopo, come effetto e significato. La creazione di Freud impone di pensare il “rapporto” tra “prima” e “dopo” fuori da ogni rigorosa consecutio temporum in quanto mostra che il “prima” è veramente, ossia realmente, il “dopo” e che il “dopo” è veramente, ossia realmente, il “prima”.
2018
9788857541686
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2746483
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact