Un ritratto in occasione della ricorrenza del 25 gennaio, giorno della nascita di Carlo Bo, a lungo rettore dell'Università di Urbino. Si ricostruisce la figura dell'intellettuale, del docente universitario e il ruolo da lui esercitato nell'aver avviato lo sviluppo dell'Università urbinate, nel corso del Novecento. Viene focalizzata l'attenzione sulla visione "umanistica" dell'Università intesa come spazio e luogo di accoglienza in aperta relazione con la comunità e il territorio, portata avanti con pragmatica lungimiranza dal rettore Bo. La saggezza di Bo viene colta nel suo aver operato attivamente per rendere concreta l'idea di una Università intesa come "impresa istituzionale comunitaria", aperta all'ascolto e al dialogo, nel trasmettere conoscenza e sapere. Si sottolinea come l'eredità di Bo sia stata portata avanti con determinazione negli anni successivi alla sua scomparsa e come grazie alla statalizzazione si sia potuto dare stabilità e continuità alle attività formative e di ricerca "grazie alla capacità di mettersi in gioco, con accurati meccanismi di autocorrezione e un lavoro basato sulla collaborazione istituzionale, legittimati dall'assicurare una formazione all'altezza dei mutamenti in corso, per mantenere ruolo e competitività. Al seguito degli insegnamenti di Bo si sottolinea come l'ateneo urbinate abbia saputo mantenere quei riferimenti indispensabili per conseguire i debiti riconoscimenti e richiami internazionali.

Sempre lodato sia Carlo Bo

Massimo Stefano Russo
2025

Abstract

Un ritratto in occasione della ricorrenza del 25 gennaio, giorno della nascita di Carlo Bo, a lungo rettore dell'Università di Urbino. Si ricostruisce la figura dell'intellettuale, del docente universitario e il ruolo da lui esercitato nell'aver avviato lo sviluppo dell'Università urbinate, nel corso del Novecento. Viene focalizzata l'attenzione sulla visione "umanistica" dell'Università intesa come spazio e luogo di accoglienza in aperta relazione con la comunità e il territorio, portata avanti con pragmatica lungimiranza dal rettore Bo. La saggezza di Bo viene colta nel suo aver operato attivamente per rendere concreta l'idea di una Università intesa come "impresa istituzionale comunitaria", aperta all'ascolto e al dialogo, nel trasmettere conoscenza e sapere. Si sottolinea come l'eredità di Bo sia stata portata avanti con determinazione negli anni successivi alla sua scomparsa e come grazie alla statalizzazione si sia potuto dare stabilità e continuità alle attività formative e di ricerca "grazie alla capacità di mettersi in gioco, con accurati meccanismi di autocorrezione e un lavoro basato sulla collaborazione istituzionale, legittimati dall'assicurare una formazione all'altezza dei mutamenti in corso, per mantenere ruolo e competitività. Al seguito degli insegnamenti di Bo si sottolinea come l'ateneo urbinate abbia saputo mantenere quei riferimenti indispensabili per conseguire i debiti riconoscimenti e richiami internazionali.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2750132
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