Il testo esplora il significato da assegnare al coraggio e alla speranza nell’ambito del contesto carcerario, a partire dall'attenzione suscitata dalla scelta di Papa Francesco di aprire una porta del Giubileo nel carcere di Rebibbia. Attraverso l'esperienza di un seminario tenuto nella casa circondariale di Fossombrone si riflette sul valore da attribuire al coraggio nella quotidianità della vita carceraria: realtà in cui si intrecciano la resistenza, la resilienza e il desiderio di redenzione. Il carcere viene così descritto come uno spazio sia di sofferenza che di trasformazione, in cui le persone detenute sono chiamate ad affrontare il peso del proprio passato e delle proprie colpe per andare alla ricerca nel contempo di una nuova consapevolezza di sé. La riflessione sottolinea la necessità e il bisogno di promuovere strumenti alternativi rivolti al riscatto, così da riuscire a favorire la dignità, i valori umani e la responsabilità individuale. Si invita in tal senso a riconsiderare il carcere oltre che come luogo di pena come uno spazio dove si ha la necessità di ricostruire opportunamente le relazioni fondamentali, in modo tale da superare il dolore e sviluppare una prospettiva di speranza, con il perdono inteso come elemento centrale nel desiderio di ripristinare la giustizia e la dignità personale.
Del coraggio e della speranza in carcere.
Massimo Stefano Russo
2024
Abstract
Il testo esplora il significato da assegnare al coraggio e alla speranza nell’ambito del contesto carcerario, a partire dall'attenzione suscitata dalla scelta di Papa Francesco di aprire una porta del Giubileo nel carcere di Rebibbia. Attraverso l'esperienza di un seminario tenuto nella casa circondariale di Fossombrone si riflette sul valore da attribuire al coraggio nella quotidianità della vita carceraria: realtà in cui si intrecciano la resistenza, la resilienza e il desiderio di redenzione. Il carcere viene così descritto come uno spazio sia di sofferenza che di trasformazione, in cui le persone detenute sono chiamate ad affrontare il peso del proprio passato e delle proprie colpe per andare alla ricerca nel contempo di una nuova consapevolezza di sé. La riflessione sottolinea la necessità e il bisogno di promuovere strumenti alternativi rivolti al riscatto, così da riuscire a favorire la dignità, i valori umani e la responsabilità individuale. Si invita in tal senso a riconsiderare il carcere oltre che come luogo di pena come uno spazio dove si ha la necessità di ricostruire opportunamente le relazioni fondamentali, in modo tale da superare il dolore e sviluppare una prospettiva di speranza, con il perdono inteso come elemento centrale nel desiderio di ripristinare la giustizia e la dignità personale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.