Uno dei segnali di crisi ideologica che accompagnò l'escalation della guerra del Vietnam fu la revisione radicale dei tre più importanti generi cinematografici hollywoodiani del secondo dopoguerra: il western, il crime movie e, soprattutto, il combat movie. Durante la Seconda guerra mondiale gli studios hollywoodiani, al loro picco di efficienza produttiva, furono mobilitati per sostenere con i propri film lo sforzo bellico del governo. Di conseguenza, l'industria cinematografica sviluppò uno dei generi cinematografici più distintivi, il combat movie. La risposta di Hollywood alla guerra in Vietnam, invece, fu assai diversa: con l'eccezione di The Green Berets, non furono prodotti combat movie hollywoodiani sul Vietnam mentre la guerra era in corso. La scelta di Hollywood di evitare il soggetto rifletteva la paura di affrontare un tema sul quale il pubblico americano era così intensamente diviso. In realtà, l’industria cinematografica affrontò la crisi di valori sollevata dalla guerra del Vietnam ma indirettamente, proiettando personaggi e storie della guerra indocinese nello spazio mitico del western. Il mucchio selvaggio di Peckinpah, ad esempio, rappresenta una chiara metafora del conflitto indocinese. John Carpenter, con Distretto 13: le brigate della morte, ha compiuto un processo simile ma attraverso modalità differenti: inserendo la struttura narrativa di un film western classico all’interno di un crime movie, il regista è riuscito a parlare di temi sgraditi riguardanti la società americana degli anni Settanta.

Vietnam-western e detective-cowboy. Note su due casi di ibridazione nel cinema americano degli anni Sessanta e Settanta

SEGATO G
2018

Abstract

Uno dei segnali di crisi ideologica che accompagnò l'escalation della guerra del Vietnam fu la revisione radicale dei tre più importanti generi cinematografici hollywoodiani del secondo dopoguerra: il western, il crime movie e, soprattutto, il combat movie. Durante la Seconda guerra mondiale gli studios hollywoodiani, al loro picco di efficienza produttiva, furono mobilitati per sostenere con i propri film lo sforzo bellico del governo. Di conseguenza, l'industria cinematografica sviluppò uno dei generi cinematografici più distintivi, il combat movie. La risposta di Hollywood alla guerra in Vietnam, invece, fu assai diversa: con l'eccezione di The Green Berets, non furono prodotti combat movie hollywoodiani sul Vietnam mentre la guerra era in corso. La scelta di Hollywood di evitare il soggetto rifletteva la paura di affrontare un tema sul quale il pubblico americano era così intensamente diviso. In realtà, l’industria cinematografica affrontò la crisi di valori sollevata dalla guerra del Vietnam ma indirettamente, proiettando personaggi e storie della guerra indocinese nello spazio mitico del western. Il mucchio selvaggio di Peckinpah, ad esempio, rappresenta una chiara metafora del conflitto indocinese. John Carpenter, con Distretto 13: le brigate della morte, ha compiuto un processo simile ma attraverso modalità differenti: inserendo la struttura narrativa di un film western classico all’interno di un crime movie, il regista è riuscito a parlare di temi sgraditi riguardanti la società americana degli anni Settanta.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2752276
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