La categoria di filosofia civile è stata assunta per indicare uno dei tratti che maggiormente caratterizzano l’identità della tradizione filosofica italiana . Si tratta di un carattere non certo totalizzante ma altrettanto certamente diffuso e costante, e che si può sintetizzare nell’idea della specifica funzione che il discorso filosofico ha in ordine alle “questioni pubbliche” . Detto in altri termini, la categoria di “filosofia civile” sta a indicare il convincimento che la vicenda della polis, senza alcuna riduzione della sua costituzione materiale complessa, contenga sempre anche implicazioni di ordine filosofico e, aggiungo, religioso , che debbono essere esplorate e discusse. Il tema del Magistero cattolico e, segnatamente, di quello sociale rappresenta il contenuto su cui si esercita la riflessione filosofica tentata nel volume. La scelta di questo contenuto è dovuta al convincimento di fondo che il tratto più importante del travaglio storico contemporaneo sia di ordine antropologico e, precisamente, che risieda in una peculiare deformazione dell’autocoscienza. Tale deformazione si potrebbe sintetizzare nell’ assunto che sia possibile essere uomini ed edificare la civiltà umana etsi Deus non daretur, aggiungendo, come logica conseguenza, che se l'assunto del disorientamento è il paradigma dell’etsi Deus non daretur, l'assunto del contromovimento non potrà che essere nel segno del si Deus daretur . Si tratta di una tesi “forte”, e per questo fortemente discutibile, ma si tratta anche di una tesi che, a suo modo, cerca di dare un possibile – certo, non l’unico - svolgimento a quella consapevolezza del pensiero critico più avvertito che è stata ben sintetizzata nel dibattito contemporaneo con la categoria di “società post-secolare”: Nella società post-secolare si va affermando l'idea che la “modernizzazione della coscienza pubblica” coglie e modifica riflessivamente, come per un’inversione di fase, mentalità sia religiose, sia laiche. Entrambe le parti, se intendono di comune accordo la laicizzazione della società come un processo complementare di apprendimento, possono prendere reciprocamente sul serio, anche per motivi cognitivi, i loro contributi su temi dibattuti nella sfera pubblica . Nel libro è presente anche una “caratura” di risposta apologetica nei confronti di quella parte, ancora assai rilevante, della cultura contemporanea che si attarda in una declinazione dello spirito illuministico come liquidazione dello spirito religioso. Auspicando, sempre e comunque, di riuscire a portare un sia pur minimo contributo alla “modernizzazione della coscienza pubblica”, come sopra descritta. I temi principali temi affrontati, dopo un'ampia discussione introduttiva sulla relazione fra fede e ragione, sono quelli della democrazia, della guerra e della pace, della questione ecologica.
Filosofia civile. Dottrina sociale e polis
marco cangiotti
2024
Abstract
La categoria di filosofia civile è stata assunta per indicare uno dei tratti che maggiormente caratterizzano l’identità della tradizione filosofica italiana . Si tratta di un carattere non certo totalizzante ma altrettanto certamente diffuso e costante, e che si può sintetizzare nell’idea della specifica funzione che il discorso filosofico ha in ordine alle “questioni pubbliche” . Detto in altri termini, la categoria di “filosofia civile” sta a indicare il convincimento che la vicenda della polis, senza alcuna riduzione della sua costituzione materiale complessa, contenga sempre anche implicazioni di ordine filosofico e, aggiungo, religioso , che debbono essere esplorate e discusse. Il tema del Magistero cattolico e, segnatamente, di quello sociale rappresenta il contenuto su cui si esercita la riflessione filosofica tentata nel volume. La scelta di questo contenuto è dovuta al convincimento di fondo che il tratto più importante del travaglio storico contemporaneo sia di ordine antropologico e, precisamente, che risieda in una peculiare deformazione dell’autocoscienza. Tale deformazione si potrebbe sintetizzare nell’ assunto che sia possibile essere uomini ed edificare la civiltà umana etsi Deus non daretur, aggiungendo, come logica conseguenza, che se l'assunto del disorientamento è il paradigma dell’etsi Deus non daretur, l'assunto del contromovimento non potrà che essere nel segno del si Deus daretur . Si tratta di una tesi “forte”, e per questo fortemente discutibile, ma si tratta anche di una tesi che, a suo modo, cerca di dare un possibile – certo, non l’unico - svolgimento a quella consapevolezza del pensiero critico più avvertito che è stata ben sintetizzata nel dibattito contemporaneo con la categoria di “società post-secolare”: Nella società post-secolare si va affermando l'idea che la “modernizzazione della coscienza pubblica” coglie e modifica riflessivamente, come per un’inversione di fase, mentalità sia religiose, sia laiche. Entrambe le parti, se intendono di comune accordo la laicizzazione della società come un processo complementare di apprendimento, possono prendere reciprocamente sul serio, anche per motivi cognitivi, i loro contributi su temi dibattuti nella sfera pubblica . Nel libro è presente anche una “caratura” di risposta apologetica nei confronti di quella parte, ancora assai rilevante, della cultura contemporanea che si attarda in una declinazione dello spirito illuministico come liquidazione dello spirito religioso. Auspicando, sempre e comunque, di riuscire a portare un sia pur minimo contributo alla “modernizzazione della coscienza pubblica”, come sopra descritta. I temi principali temi affrontati, dopo un'ampia discussione introduttiva sulla relazione fra fede e ragione, sono quelli della democrazia, della guerra e della pace, della questione ecologica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.