L’articolo prende in esame il processo cognitivo sotteso al comprendere in ambiente educativo, partendo da un presupposto neo-cognitivistico d’ispirazione gardneriana, secondo cui un simile processo, in disaccordo con un’ormai anacronistica visione passiva della mente (tutta behaviorista), produce un’importante trasformazione interiore: la comprensione (sia dell’insegnante che dello studente) comporta specifici, quanto complessi dinamismi teorico-operativi e strategico-metodologici adottati durante la comunicazione didattica, tali per cui si possa compiere un salto cognitivo del conoscere in vista della realizzazione di un processo metacognitivo. Per questo, si auspica una riforma del pensiero (Morin) che proponga una nuova e diversa concezione di quanto possa dirsi una conoscenza lontana da un accumulo indifferenziato di informazioni prive di alcuna collocazione organica e funzionale, per costruire didatticamente una testa ben fatta anziché una testa ben piena, generata da una motivazione al conoscere che rappresenti l’espressione di fattori di qualità all’interno del processo formativo e che sia intrinseca, perché derivante dal piacere di svolgere attività cognitive in grado di coinvolgere l’individuo nella sua globalità.
Il comprendere in educazione
Roberto Travaglini
2025
Abstract
L’articolo prende in esame il processo cognitivo sotteso al comprendere in ambiente educativo, partendo da un presupposto neo-cognitivistico d’ispirazione gardneriana, secondo cui un simile processo, in disaccordo con un’ormai anacronistica visione passiva della mente (tutta behaviorista), produce un’importante trasformazione interiore: la comprensione (sia dell’insegnante che dello studente) comporta specifici, quanto complessi dinamismi teorico-operativi e strategico-metodologici adottati durante la comunicazione didattica, tali per cui si possa compiere un salto cognitivo del conoscere in vista della realizzazione di un processo metacognitivo. Per questo, si auspica una riforma del pensiero (Morin) che proponga una nuova e diversa concezione di quanto possa dirsi una conoscenza lontana da un accumulo indifferenziato di informazioni prive di alcuna collocazione organica e funzionale, per costruire didatticamente una testa ben fatta anziché una testa ben piena, generata da una motivazione al conoscere che rappresenti l’espressione di fattori di qualità all’interno del processo formativo e che sia intrinseca, perché derivante dal piacere di svolgere attività cognitive in grado di coinvolgere l’individuo nella sua globalità.| File | Dimensione | Formato | |
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