Il contributo propone un esercizio teorico centrato sull’approccio corologico, inteso come una riflessione sulla chōra—uno spazio dinamico in cui pensiero e materia si fondono. In tale prospettiva, la costruzione dello spazio umano non è mai puramente fisica, ma è un costrutto culturale, plurivoco, aperto al conflitto come al legame solidale. Il testo propone quattro concetti operativi—alterità, sensibilità, paesaggio, nomadismo—per ricategorizzare lo spazio corologico. L’alterità è esplorata come costruzione relazionale e come spazio del tra, che disinnesca le tassonomie identitarie e apre alla relazione. La sensibilità è intesa come intelligenza incarnata in cui si integrano tutte le risorse cognitive tra razionalità e affettività. Il paesaggio è visto come esperienza sensibile e aperta all’altro, che rompe il confine tra soggetto e mondo e consente una percezione immersiva dello spazio. Infine, il nomadismo rappresenta una modalità originaria e fluida di abitare il mondo, in opposizione alla logica del possesso e del radicamento, richiamando un’etica del viandante capace di abitare lo spazio senza appropriarsene. Nel complesso, l’elaborazione corologica suggerisce un cambio di paradigma nella comprensione dello spazio e del diritto, chiamando il giurista a un impegno responsabile e immaginativo nella costruzione di nuovi mondi e relazioni.
“Passavamo sulla terra leggeri”. Corologia ed etica del nomadismo
Maria Paola MitticaWriting – Original Draft Preparation
2025
Abstract
Il contributo propone un esercizio teorico centrato sull’approccio corologico, inteso come una riflessione sulla chōra—uno spazio dinamico in cui pensiero e materia si fondono. In tale prospettiva, la costruzione dello spazio umano non è mai puramente fisica, ma è un costrutto culturale, plurivoco, aperto al conflitto come al legame solidale. Il testo propone quattro concetti operativi—alterità, sensibilità, paesaggio, nomadismo—per ricategorizzare lo spazio corologico. L’alterità è esplorata come costruzione relazionale e come spazio del tra, che disinnesca le tassonomie identitarie e apre alla relazione. La sensibilità è intesa come intelligenza incarnata in cui si integrano tutte le risorse cognitive tra razionalità e affettività. Il paesaggio è visto come esperienza sensibile e aperta all’altro, che rompe il confine tra soggetto e mondo e consente una percezione immersiva dello spazio. Infine, il nomadismo rappresenta una modalità originaria e fluida di abitare il mondo, in opposizione alla logica del possesso e del radicamento, richiamando un’etica del viandante capace di abitare lo spazio senza appropriarsene. Nel complesso, l’elaborazione corologica suggerisce un cambio di paradigma nella comprensione dello spazio e del diritto, chiamando il giurista a un impegno responsabile e immaginativo nella costruzione di nuovi mondi e relazioni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


