bstract Durante il lungo periodo che ha visto il predominio dei criteri e dei metodi dell’analisi per indici -o della solvibilità a breve termine- sia in ambito economico aziendale, ai fini di misurare l’equilibrio economico-finanziario delle imprese, sia in ambito bancario, allo scopo di valutare il merito di credito delle aziende affidate o affidande, il tema della “necessità” di conciliare la durata di fonti e impieghi nelle imprese è parso un dogma intoccabile, quasi una pre-condizione per un giudizio positivo sul loro andamento. A poco valevano le considerazioni di chi faceva notare che un simile approccio sarebbe stato più adeguato alla gestione delle banche1, la cui solvibilità e la cui capacità di restituire il denaro ai risparmiatori dipende dalla qualità dell’attivo a breve termine, sia per quanto riguarda la durata delle poste, sia per quanto si riferisce alla loro consistenza. L’applicazione dell’approccio attivo corrente pari o superiore al passivo corrente presupponeva, d’altra parte, la prevalenza, all’interno delle fonti di finanziamento di quelle a medio-lungo termine le quali, unitamente al capitale di rischio, dovevano perlomeno pareggiare, se non sopravanzare, l’importo delle immobilizzazioni e delle altre poste a medio-lungo termine.
Rapporto tra attivo corrente e passivo corrente, immobilizzazioni e fondi a medio lungo termine.
Alessandro Berti
2025
Abstract
bstract Durante il lungo periodo che ha visto il predominio dei criteri e dei metodi dell’analisi per indici -o della solvibilità a breve termine- sia in ambito economico aziendale, ai fini di misurare l’equilibrio economico-finanziario delle imprese, sia in ambito bancario, allo scopo di valutare il merito di credito delle aziende affidate o affidande, il tema della “necessità” di conciliare la durata di fonti e impieghi nelle imprese è parso un dogma intoccabile, quasi una pre-condizione per un giudizio positivo sul loro andamento. A poco valevano le considerazioni di chi faceva notare che un simile approccio sarebbe stato più adeguato alla gestione delle banche1, la cui solvibilità e la cui capacità di restituire il denaro ai risparmiatori dipende dalla qualità dell’attivo a breve termine, sia per quanto riguarda la durata delle poste, sia per quanto si riferisce alla loro consistenza. L’applicazione dell’approccio attivo corrente pari o superiore al passivo corrente presupponeva, d’altra parte, la prevalenza, all’interno delle fonti di finanziamento di quelle a medio-lungo termine le quali, unitamente al capitale di rischio, dovevano perlomeno pareggiare, se non sopravanzare, l’importo delle immobilizzazioni e delle altre poste a medio-lungo termine.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


